Angolo Musicale

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martedì, febbraio 28, 2006

28.02.06 Inizio della quaresima

Domani 1 marzo, inizia la quaresima, un tempo importantissimo in territorio di missione perche' i catecumeni si preparano a diventare cristiani. Nella nostra parrocchia saranno piu' di 100 a diventare nostri fratelli e nostre sorelle nella notte di Pasqua. Questo periodo quindi, e' il tempo favorevole per loro per spalancare il loro cuore a Gesu'.
Per noi invece che siamo stati gia' battezzati, la quaresima non e', come ci dice il testo conciliare sulla liturgia "Sacrosantum Concilium", tempo della croce di Cristo, ma tempo di ritorno a Dio e di riscoperta del nostro Battesimo, come tempo e luogo in cui la morte e la risurrezione di Cristo si sono compiuti nella nostra vita.
Penso di fare cosa gradita, allegarvi il messaggio del papa Benedetto XVI sulla quaresima 2006. Vi puo' servire come meditazione o come lettura spirituale. In questo tempo impariamo ad abbandonare le cattive abitudini di peccato e impariamo a seguire veramente il Signore, con la preghiera, la mortificazione e l'elemosina. BUONA QUARESIMA A TUTTI!!!
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
PER LA QUARESIMA 2006

“Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione” (Mt 9, 36)
Carissimi fratelli e sorelle!
La Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua. Anche nella “valle oscura” di cui parla il Salmista (Sal 23,4), mentre il tentatore ci suggerisce di disperarci o di riporre una speranza illusoria nell’opera delle nostre mani, Dio ci custodisce e ci sostiene. Sì, anche oggi il Signore ascolta il grido delle moltitudini affamate di gioia, di pace, di amore. Come in ogni epoca, esse si sentono abbandonate. Eppure, anche nella desolazione della miseria, della solitudine, della violenza e della fame, che colpiscono senza distinzione anziani, adulti e bambini, Dio non permette che il buio dell’orrore spadroneggi. Come infatti ha scritto il mio amato Predecessore Giovanni Paolo II, c’è un “limite divino imposto al male”, ed è la misericordia (Memoria e identità, 29 ss). È in questa prospettiva che ho voluto porre all’inizio di questo Messaggio l’annotazione evangelica secondo cui “Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione” (Mt 9,36). In questa luce vorrei soffermarmi a riflettere su di una questione molto dibattuta tra i nostri contemporanei: la questione dello sviluppo. Anche oggi lo “sguardo” commosso di Cristo non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli. Egli li guarda sapendo che il “progetto” divino ne prevede la chiamata alla salvezza. Gesù conosce le insidie che si oppongono a tale progetto e si commuove per le folle: decide di difenderle dai lupi anche a prezzo della sua vita. Con quello sguardo Gesù abbraccia i singoli e le moltitudini e tutti consegna al Padre, offrendo se stesso in sacrificio di espiazione.
Illuminata da questa verità pasquale, la Chiesa sa che, per promuovere un pieno sviluppo, è necessario che il nostro “sguardo” sull’uomo si misuri su quello di Cristo. Infatti, in nessun modo è possibile separare la risposta ai bisogni materiali e sociali degli uomini dal soddisfacimento delle profonde necessità del loro cuore. Questo si deve sottolineare tanto maggiormente in questa nostra epoca di grandi trasformazioni, nella quale percepiamo in maniera sempre più viva e urgente la nostra responsabilità verso i poveri del mondo. Già il mio venerato Predecessore, il Papa Paolo VI, identificava con precisione i guasti del sottosviluppo come una sottrazione di umanità. In questo senso nell’Enciclica Populorum progressio egli denunciava “le carenze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale, e le carenze morali di coloro che sono mutilati dall’egoismo… le strutture oppressive, sia che provengano dagli abusi del possesso che da quelli del potere, sia dallo sfruttamento dei lavoratori che dall’ingiustizia delle transazioni” (n. 21). Come antidoto a tali mali Paolo VI suggeriva non soltanto “l’accresciuta considerazione della dignità degli altri, l’orientarsi verso lo spirito di povertà, la cooperazione al bene comune, la volontà di pace”, ma anche “il riconoscimento da parte dell’uomo dei valori supremi e di Dio, che ne è la sorgente e il termine” (ibid.). In questa linea il Papa non esitava a proporre “soprattutto la fede, dono di Dio accolto dalla buona volontà dell’uomo, e l’unità nella carità di Cristo” (ibid.). Dunque, lo “sguardo” di Cristo sulla folla, ci impone di affermare i veri contenuti di quell’«umanesimo plenario» che, ancora secondo Paolo VI, consiste nello “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” (ibid., n. 42). Per questo il primo contributo che la Chiesa offre allo sviluppo dell’uomo e dei popoli non si sostanzia in mezzi materiali o in soluzioni tecniche, ma nell’annuncio della verità di Cristo che educa le coscienze e insegna l’autentica dignità della persona e del lavoro, promuovendo la formazione di una cultura che risponda veramente a tutte le domande dell’uomo.
Dinanzi alle terribili sfide della povertà di tanta parte dell’umanità, l’indifferenza e la chiusura nel proprio egoismo si pongono in un contrasto intollerabile con lo “sguardo” di Cristo. Il digiuno e l’elemosina, che, insieme con la preghiera, la Chiesa propone in modo speciale nel periodo della Quaresima, sono occasione propizia per conformarci a quello “sguardo”. Gli esempi dei santi e le molte esperienze missionarie che caratterizzano la storia della Chiesa costituiscono indicazioni preziose sul modo migliore di sostenere lo sviluppo. Anche oggi, nel tempo della interdipendenza globale, si può constatare che nessun progetto economico, sociale o politico sostituisce quel dono di sé all’altro nel quale si esprime la carità. Chi opera secondo questa logica evangelica vive la fede come amicizia con il Dio incarnato e, come Lui, si fa carico dei bisogni materiali e spirituali del prossimo. Lo guarda come incommensurabile mistero, degno di infinita cura ed attenzione. Sa che chi non dà Dio dà troppo poco, come diceva la beata Teresa di Calcutta: “La prima povertà dei popoli è di non conoscere Cristo”. Perciò occorre far trovare Dio nel volto misericordioso di Cristo: senza questa prospettiva, una civiltà non si costruisce su basi solide.
Grazie a uomini e donne obbedienti allo Spirito Santo, nella Chiesa sono sorte molte opere di carità, volte a promuovere lo sviluppo: ospedali, università, scuole di formazione professionale, micro-imprese. Sono iniziative che, molto prima di altre espressioni della società civile, hanno dato prova della sincera preoccupazione per l’uomo da parte di persone mosse dal messaggio evangelico. Queste opere indicano una strada per guidare ancora oggi il mondo verso una globalizzazione che abbia al suo centro il vero bene dell’uomo e così conduca alla pace autentica. Con la stessa compassione di Gesù per le folle, la Chiesa sente anche oggi come proprio compito quello di chiedere a chi ha responsabilità politiche ed ha tra le mani le leve del potere economico e finanziario di promuovere uno sviluppo basato sul rispetto della dignità di ogni uomo. Un’importante verifica di questo sforzo sarà l’effettiva libertà religiosa, non intesa semplicemente come possibilità di annunciare e celebrare Cristo, ma anche di contribuire alla edificazione di un mondo animato dalla carità. In questo sforzo si iscrive pure l’effettiva considerazione del ruolo centrale che gli autentici valori religiosi svolgono nella vita dell’uomo, quale risposta ai suoi più profondi interrogativi e quale motivazione etica rispetto alle sue responsabilità personali e sociali. Sono questi i criteri in base ai quali i cristiani dovranno imparare anche a valutare con sapienza i programmi di chi li governa.
Non possiamo nasconderci che errori sono stati compiuti nel corso della storia da molti che si professavano discepoli di Gesù. Non di rado, di fronte all’incombenza di problemi gravi, essi hanno pensato che si dovesse prima migliorare la terra e poi pensare al cielo. La tentazione è stata di ritenere che dinanzi ad urgenze pressanti si dovesse in primo luogo provvedere a cambiare le strutture esterne. Questo ebbe per alcuni come conseguenza la trasformazione del cristianesimo in un moralismo, la sostituzione del credere con il fare. A ragione, perciò, il mio Predecessore di venerata memoria, Giovanni Paolo II, osservava: “La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo ad una sapienza meramente umana, quasi a una scienza del buon vivere. In un mondo fortemente secolarizzato è avvenuta una graduale secolarizzazione della salvezza, per cui ci si batte sì per l’uomo, ma per un uomo dimezzato. Noi invece sappiamo che Gesù è venuto a portare la salvezza integrale” (Enc. Redemptoris missio, 11).
È proprio a questa salvezza integrale che la Quaresima ci vuole condurre in vista della vittoria di Cristo su ogni male che opprime l’uomo. Nel volgerci al divino Maestro, nel convertirci a Lui, nello sperimentare la sua misericordia grazie al sacramento della Riconciliazione, scopriremo uno “sguardo” che ci scruta nel profondo e può rianimare le folle e ciascuno di noi. Esso restituisce la fiducia a quanti non si chiudono nello scetticismo, aprendo di fronte a loro la prospettiva dell’eternità beata. Già nella storia, dunque, il Signore, anche quando l’odio sembra dominare, non fa mai mancare la testimonianza luminosa del suo amore. A Maria, “di speranza fontana vivace” (Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII, 12) affido il nostro cammino quaresimale, perché ci conduca al suo Figlio. A Lei affido in particolare le moltitudini che ancora oggi, provate dalla povertà, invocano aiuto, sostegno, comprensione. Con questi sentimenti a tutti imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 29 Settembre 2005
BENEDICTUS PP. XVI

mercoledì, febbraio 22, 2006

22.02.06 Mons. Zen nominato cardinale

Gioisco insieme a tutta la chiesa di Hong Kong e della Cina per la nomina di Mons. Giuseppe Zen Ze-Kiun a cardinale. Qua siamo ritratti insieme al mio Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Francesco Cacucci

martedì, febbraio 21, 2006

21.02.06 Foto di Hong Kong di altri tempi

Visitate questo sito dove ci sono tantissime foto di Hong Kong quando io non ero ancora nato.
Buona visione.
http://wahyan-psa.org/Class67/UnderLionRock/index.html

sabato, febbraio 18, 2006

18.02.06 Chinese University Catholic Society




Ieri sera,17 febbraio, sono stato alla Chinese University dove si e' svolta l'Assemblea Generale Annuale della Societa' Cattolica che io seguo. Abbiamo iniziato alle ore 19.00 e abbiamo finito alle 24.40. In questa assemblea la commissione uscente riporta quello che ha fatto durante l'anno appena trascorso. In questo incontro gli studenti fanno domande per investigare la crescita di questi studenti e per verificare insomma se tutto quello che hanno fatto e' stato esatto oppure no. E' un incontro molto serio. Immaginate che devono sottoporre le domande su un foglietto alla presidenza perche' tutto si svolga secondo le norme.
Ieri sera pero', e' stata la prima volta che sono venuti pochi studenti. Questo sta anche a dimostrare che sono sempre meno gli studenti cattolici che entrano in questa societa', preferendo magari altre non cattoliche. E' stato bello sentire la testimonianza di questi studenti che tanto hanno fatto durante quest'anno. Non sono mancati anche alcuni momenti di tensione e di commozione.

Questi qua sopra, sono i membri della commissione uscente. All'estrema sinistra c'e' Kwan Lam che e' l'operatore pastorale che lavora con loro. Al centro poi con la maglia rossa, la ragazza presidente uscente Melody.

Questo e' invece, la nuova commissione. Alla destra della ragazza il presidente Thomas. In questa nuova commissione poi, alla destra e alla sinistra del presidente (compreso lui) sono cattolici e gli altri invece non sono cattolici. Abbiamo piu' volte chiesto loro perche' vogliono far parte di questa commissione di un gruppo cattolico se essi non lo sono. Tutti e tre hanno detto che hanno frequentato le scuole superiori in scuole cattoliche. Adesso vogliono conoscere meglio il Signore e la Chiesa Cattolica. Vogliono insomma approfittare di quest'anno perche' attraverso le attivita' e gli incontri possano venire a contatto diretto con il cristianesimo. Ho detto loro che sono molto contento perche' attraerso loro durante quest'anno molti non-cristiani possano contattarci. Ho detto loro anche che prima di cercare Dio, sappiate che Egli sta cercando voi e che adesso Egli puo' dire, finalmente vi ho presi, anche se questa presa da parte di Dio non e' ancora totale perche' non ancora cattolici.

Quest'anno quindi, sono felice perche' attraverso gli incontri e le attivita' potro' far conoscere loro il nostro DIO. Loro lo conosceranno soprattutto dalla nostra testimonianza. Vi chiedo di accompagnare questi giovani con la vostra preghiera. Il loro obiettivo durante quest'anno e' di seguire Gesu' e di fare diventare Cristo la loro vita.

mercoledì, febbraio 15, 2006

15.02.06 Arcivescovo del Marocco e le vignette su Maometto: “Se l’altro diventasse realmente mio fratello!”

Pensodi fare cosa gradita se condivido con voi queste bellissime parole scritte dall'Arcivescovo di Rabat (Marocco) a proposito della pubblicazione di vignette su Maometto ma anche, aggiungo io, a proposito della risposta di una parte del mondo islamico. Cosa ne pensate???


RABAT, martedì, 14 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il commento scritto da monsignor Vincent Landel s.c.j, Arcivescovo di Rabat (Marocco), di fronte alla pubblicazione di vignette su Maometto da parte della stampa occidentale, intitolato “Se l’altro diventasse realmente mio fratello!”.

* * *E se l’altro diventasse realmente mio fratello!
Non è forse questa la questione che bisogna porsi di fronte al dibattito che circola nei media?
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, potrei mettere in discussione la fede che lo fa vivere? Potrei burlarmi in un modo o nell’altro di ciò in cui crede?
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, potrei parlare di libertà senza vivere il rispetto?
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, potrei rifiutarlo con atti di violenza contro la sua persona o i suoi beni?
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, potrei permettermi di parlare di lui negativamente alle sue spalle? Potrei permettermi di distruggere anche la sua intimità?
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, potrei incontrarlo nella verità, potremmo parlare semplicemente, anche senza essere d’accordo su tutto.
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, incontrarlo mi farebbe crescere; e sono sicuro che crescerebbe anche lui.
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, i nostri sguardi potrebbero incontrarsi e un sorriso vero illuminerebbe i nostri volti.
Se l’altro diventasse realmente mio fratello, che mondo appassionante potremmo costruire!
[Traduzione dall’originale francese realizzata da ZENIT]
ZI06021403

martedì, febbraio 14, 2006

14.02.06 Aggiornamenti sulla parrocchia di Santa Teresa

Ormai sono passate piu' di 3 settimane da quando sono ritornato in HK. Voglio cosi' aggiornare il blog raccontandovi qualcosa di piu' della parrocchia dove sono ormai inserito.
La parrocchia in cui lavoro e' una GRANDE parrocchia. C'e' tantissima gente che viene da ogni dove di HK. Non e' facile capire perche' tanti vengono qua. C'e' chi dice che qua la chiesa sembra veramente chiesa. C'e' chi dice che l'orario delle messe e' vario. C'e' chi dice invece che qua ci sono sempre i preti pronti ad ascoltare. C'e' chi dice che la gente viene qua perche' si e' sposata qua. C'e' chi dice ancora che e' una parrocchia centrale. Eppure una cosa e' certa: la gente e' cosi' tanta che di domenica consacriamo 3000 ostie, tenendo conto che non tutti fanno la comunione. Comunque sono stato ben accolto. Dai preti prima di tutto. Il parroco e' del 1939 e ha studiato la teologia in Italia. Fa parte di un primo o quasi primo gruppo di preti post-conciliari che ha studiato a Roma durante la fine del Concilio. In diocesi il padre Ferdinando Lok, il parroco appunto, ha lavorato sempre con i laici e ha promosso quindi il laicato, nelle varie associazioni e nei vari gruppi. E' stato il responsabile del centro dei laici della diocesi fino a qualche mese fa.
I viceparroci sono tre. Uno cinese che parla non molto bene il cantonese e che quando celebra, ha un tono di voce retto. Diciamo che tra le tante sue vicissitudini, con i suoi 85 anni e' disponibile per le confessioni e per le celebrazioni di funerali e di messe. L'altro viceparroco e' italiano, di Lecco, e nonostante problemi di salute, fa fatica a camminare e a stare in piedi, celebra infatti seduto, padre Antonio Formenti segue di fatto la comunita' inglese. Lui e' uno dei patriarchi viventi del Pime in HK. Celebra ogni giorno alle 6.45 in lingua inglese perche' ci sono molti stranieri in questa zona e molte suore che hanno scuole. Quindi sono in tanti a partecipare a questa messa. A volte si fa fatica a capire cosa dice, perche' parla silenziosamente. Ma la gente gli vuole un sacco di bene. Egli ha 83 anni. L'ultimo viceparroco e' originario della Campania. Padre Vincenzo Carbone e' da molti conosciuto perche' racconta barzellette e vista la sua eta', 77 anni, ha volte si ripete. La gente lo conosce come persona seria nello svolgimento del suo ministero ma poi come una persona allegra. Egli da una mano per la comunita' inglese ma aiuta anche quella cinese. Ogni mattina da molti anni celebra alle 6.45 in ospedale. Poi arrivo io, il piu' giovane, il bambino, 34 anni. In questa settimana sto celebrando al posto di padre Carbone in ospedale per cui la sveglia e' alle ore 5.45. Vado infatti a piedi in ospedale, almeno finche' il tempo tiene ancora. Quando iniziera' a piovere e a fare molto caldo umido, allora dovro' andare con la macchina. Ma dal mese prossimo ogni giorno celebrero' la messa in posti diversi, un giorno in cinese e uno in inglese. Le messe in parrocchia nei giorni feriali sono alle 6.45 in inglese; alle 7.45 in cinese e alla sera alle 18.00 ancora in cinese. E poi al mattino come gia' ho detto in ospedale.
Alla domenica poi le messe sono alle 7.30 in cinese; 8.45 in inglese; 10.00 cinese in chiesa e allo stesso orario nel salone della Caritas la messa del fanciullo; alle 11.30 in inglese e alle 12.45 in cinese. Infine alle ore 18.00 in cinese. Noi siamo tra le poche parrocchie ad avere la messa alla sera, e nei giorni feriali e in quelli festivi. In queste domeniche ho celebrato la messa in cinese con i fanciulli e alla sera. Da quando sono giunto qua oltre alle messe feriali, anche in quelle festive predico a braccio, non come pero' predico in italiano. Mi sono lanciato per non essere schiavo del testo scritto. Ma dal mese prossimo ho chiesto di celebrare anche alle altre messe, e quindi di turnare.
In questa parrocchia ho il compito di seguire i ministranti, che sono tutti maschi. Qua ancora si conserva l'idea che dal gruppo ministranti si spera escano vocazioni sacerdotali, ma in questi ultimi anni purtroppo nemmeno una. In parrocchia poi esiste la Legio Mariae. Chi e' avanti in eta' ricordera' che era forte anche in Italia, come movimento. Io devo seguire un gruppo giovanile in lingua cinese alla domenica alle 11.30 e poi uno in inglese con le donne filippine nel pomeriggio. Devo anche seguire il gruppo giovanile che pero' ha uno stile di vita diverso da quello che abbiamo in Italia. Devo ancora incontrarli per capire cosa fanno e come li posso aiutare. Ho gia' detto loro comunque che bisogna pero' pensare alla formazione altrimenti non c'e' futuro per loro se pensano solo a fare delle attivita'. Per ora hanno organizzato per il mese di marzo, domenica 12 una passeggiata su per la montagna. Ma io non potro' partecipare essendo di domenica. Infine, poi, devo seguire le scuole di lingua inglese tenute una dai Fratelli delle Scuole Cristiane e l'altra tenuta dalle suore dell'istituto missionario americano Maryknoll. Una e' scuola maschile e l'altra femminile. Ma non ho ancora contattato nessune delle due. Ho paura pero' che poi con il nuovo anno che inizia a settembre aumenteranno anche le responsabilita'. Il parroco mi ha accennato che mi affidera' l'Iniziazione Cristiana dei Fanciulli. Inoltre lui vuole che io tenga anche una classe di catecumenato. A tutto questo ben di Dio, poi, si aggiunge anche il lavoro con gli studenti universitari. NECESSITANO RINFORZI.

giovedì, febbraio 09, 2006

09.02.06 La morte di don Andrea SANTORO

Un sacerdote della diocesi di Roma, missionario FIDEI DONUM come me ma in terra della Turchia e' stato ammazzato domenica scorsa. Ho ritenuto opportuno pubblicare la lettera che lui ha scritto al Papa facendosi voce del suo gregge (9 persone). Nel leggera la sua lettera vedrete che si respira il vento missionario. Quando parla del suo gregge parla anche dei non cattolici e dei non cristiani ivi presenti. Anche io sono partito nell'anno 2000. Che possano accumunarci anche la stessa testimonianza di vita fino alla fine. Don Andrea Santoro prega anche per noi.
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 8 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Pochi giorni prima di essere barbaramente ucciso, don Andrea Santoro aveva inviato una toccante lettera a Benedetto XVI. È stato lo stesso Santo Padre a rivelarlo nel corso dell'udienza generale. “È uno specchio della sua anima sacerdotale – ha detto –, del suo amore per Cristo e per gli uomini, del suo impegno per i piccoli”. Il testo integrale della lettera è pubblicato sull’edizione italiana de “L'Osservatore Romano” del 9 febbraio. Lo riportiamo di seguito.

Roma 31 gennaio 2006
Santità, le scrivo a nome di alcune signore georgiane della mia parrocchia "Sancta Maria" a Trabzon (Trebisonda) sul Mar Nero in Turchia. Me l'hanno dettata in turco, la traduco come è uscita dalla loro bocca così gliela faccio avere in occasione della mia venuta a Roma. Io sono don Andrea Santoro, prete "Fidei donum" della chiesa di Roma in Turchia, nella diocesi di Anatolia, qui residente da 5 anni. Il mio gregge è formato da 8/9 cattolici, i tanti ortodossi della città e i musulmani che formano il 99 per cento della popolazione. Sarebbe lei Santità, sia il vescovo della mia diocesi di partenza (Roma) sia il vescovo della mia diocesi di arrivo dal momento che si tratta di un "Vicariato apostolico". È a questo doppio titolo che le recapito la lettera delle tre georgiane.
“CARO PAPA, a nome di tutti i georgiani la salutiamo. Da Dio chiediamo per te salute nel nome di Gesù. Siamo molto contenti che Dio ti ha scelto come Papa. Prega per noi, per i poveri, per i miseri di tutto il mondo, per i bambini. Crediamo che le tue preghiere arrivano dirette a Dio. I Georgiani sono molto poveri, hanno debiti, senza casa, senza lavoro. Siamo senza forze. Viviamo in questo momento a Trabzon e lavoriamo. Tu prega che Dio ci benedica e crei in noi un cuore nuovo e pulito. Noi non dimentichiamo la vita cristiana e per i turchi cerchiamo di essere un buon esempio nel nome di Dio, perché per mezzo nostro vedano e glorifichino Dio. Noi abbiamo molte cose da dire e da raccontare ma, Inshallah, se verrai a Trabzon potremo parlare faccia a faccia. La tua venuta sarà una festa felice. Da Dio chiediamo e auguriamo per te salute e pace e vita cristiana. Baciamo le tue mani. Saremo contenti che tu ci risponda e ci mandassi una foto con la tua firma. Tu come papà comune prega per don Andrea e Loredana, che Dio dia loro forza e a Trabzon per mezzo loro la chiesa cresca e si moltiplichi. Maria, Marina e Maria”. A nome degli altri cristiani georgiani ti invitiamo a Trabzon per la tua prossima venuta a Novembre in Turchia.
Santità, mi unisco a queste tre donne per invitarla davvero da noi. È un piccolo gregge, come diceva Gesù, che cerca di essere sale, lievito e luce in questa terra. Una sua visita, se pur rapida, sarebbe di consolazione e incoraggiamento. Se Dio vuole... a Dio niente è impossibile. La saluto e la ringrazio di tutto. I suoi libri mi sono stati di nutrimento durante i miei studi di teologia. Mi benedica. E che Dio benedica e assista anche lei.
don Andrea Santoro Prete “Fidei donum” della diocesi di Roma in Turchia, diocesi di Anatolia, città di Trabzon sul Mar Nero, chiesa di “Sancta Maria”
ZI06020805

mercoledì, febbraio 01, 2006

01.02.06 Passati i 3 giorni dell'anno cinese

Domenica e' stato il primo giorno del nuovo anno cinese, anno del Cane.

Si dice anno nuovo, vita nuova. Esatto. A volte e' proprio vero. E' vero per me che ho iniziato l'anno nuovo in una nuova parrocchia. Quindi anno nuovo, vita nuova. Ho iniziato la domenica sedendomi nel confessionale, per tutta la mattina. Mi sono alzato ad aiutare a distribuire la comunione, e poi a celebrare l'eucaristia in inglese. Mentre predicavo, ho ricordato le prediche che facevo in Italia. Certo che usare un'altra lingua e' tutta altra cosa. Comunque non ero pronto in quel momento a stare di fronte a tanta gente che attendeva alla messa. Comunque e' stata davvero una bella esperienza. Dopo la messa molti fedeli si sono avvicinati per darmi il benvenuto, anche se il benvenuto ufficiale sara' domenica prossima.
In questi giorni, mi sto guardando attorno per capire come funziona questa nuova parrocchia, immensa parrocchia. Ho chiesto al sacrestano quante ostie prepara alla domenica. Mi ha detto 3000. Davvero tante persone. Sto ancora sistemando le mie cose che avevo solo appoggiato prima della mia partenza per l'Italia. Ieri ho cambiato l'ordine della mia stanza. Domani spero di finire con il mio ufficio.

Oggi ho anche iniziato a incontrare gli studenti universitari con i due operatori pastorali, che lavorano con me. Sono stato prima alla sede della federazione degli studenti cattolici universitari, che e' situata difronte alla casa canonica dove abito e poi con gli studenti siamo andati a pranzare insieme. E mentre si mangiava si parlava con i membri uscenti e nuovi della Chinese University di cui sono l'assistente spirituale. La societa' cattolica dell'universita', come ho avuto modo di spiegare altrove, e' guidata da un consiglio di studenti che cambia ogni anno. In questo periodo, dunque, avviene l'avvicendamento. Io pero' non avevo ancora incontrato i nuovi studenti. Oggi quindi, abbiamo avuto modo di conoscerci. Tra i nuovi membri c'erano soltanto 3 studenti. Gli altri 2 li incontrero' in altra occasione. Di questi 5 nuovi membri, solo 3 sono cattolici. Staremo a vedere se anche attraverso questo servizio potranno conoscere meglio Gesu' e chissa' se ascolteranno la sua Parola cosi' da trasformarli completamente. Preghiamo.
SONO MOLTO FELICE CHE MI LEGGETE. IMITATE GAETANINO GRUMESE DI ROMA!!!! LASCIATE ANCHE VOI UN MESSAGGIO OPPURE FATEMI DELLE DOMANDE. CIAO