tag:blogger.com,1999:blog-102510872024-03-07T16:17:01.245+08:00Dragon or ... 龍Che bello essere Dragone in terra di Cina!!! Davvero affascinante! Vuoi conoscermi di piu', allora leggimi e ti condurro' in Cina rimanendo al tuo computer!!! (Se vuoi puoi rispondere ai messaggi che lascio. C'e' un tasto sotto ciascun messaggio.)Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.comBlogger130125tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-69389260662054833112010-02-15T00:40:00.001+08:002010-02-15T00:41:55.805+08:002010.02.14 - Primo Giorno dell'anno cinese del drago<div style="font-family: times new roman,new york,times,serif; font-size: 12pt;">Grazie di cuore per i saluti e gli auguri dell'anno lunare, che secondo la tradizione cinese e' quello della tigre.<br /><br />L'anno del bue appena terminato mi ha aggiogato con il peso dell'essere parroco, parroco della parrocchia di Holy Cross (non la Santa Croce di Mons D'Urso). Una parrocchia che si appresta a celebrare il 50mo di consacrazione della chiesa nel 2011 e il 100mo di costituzione nel 2014. Una parrocchia molto vivace e per numero di cristiani (10 messe domenicali tra la chiesa parrocchiale e altri 2 centri di messa domenicale) e per numero di catecumeni/nuovi cristiani (88 battesimi nella notte della Veglia Pasquale). Vivace per il gran numero di gruppi e movimenti (una sessantina), vivace soprattutto e solo perche' lo Spirito soffia, e in abbondanza.<br />Appena giunto nella nuova parrocchia (1 luglio), dopo piu' di un mese, alla vigilia della festa del Curato d'Ars, sono caduto per le scale dell'ufficio, del vecchio ufficio, privo di passamano e con i gradini a misura di piedi cinesi, fratturandomi l'omero sinistro in 7 parti. Risultato: intervento chirurgico con 10 viti che sempre mi ricorderanno che sono stato in Hong Kong, parroco nella chiesa della Santa Croce. Le viti, leggermente piu' numerose di quelle di nostro Signore.<br />Solo venerdi' scorso mi sono trasferito nel nuovo appartamento/palazzo che era in construzione dall'anno 2005. Appartamento che e' situato all'ultimo piano di un palazzo di 8 piani. Nemmeno Grumo da cui provengo, ne possiede uno, da quello che ne sappia. 8 piani di cui il primo e' per gli uffici parrocchiali (parroco, vice parroco cinese, segretaria) il secondo e il terzo stanze per riunioni e catechismo, all'ottavo piano la residenza del clero parrocchiale e dal IV al VII uffici curiali: (la commissione diocesana per la famiglia e il matrimonio, il segretariato della federazione delle conferenze episcopali asiatiche FABC, il consiglio diocesano dei laici, la commissione diocesana Giustizia e Pace e la commissione diocesana per il lavoro). Di tutto questo e di tanto altro sono amministratore.<br />All'insegna della TIGRE inizio questo nuovo anno carico di responsabilita' e di impegno. Mi viene da dire: ma tutto questo doveva capitare proprio a me??? Spero di essere coraggioso e forte come la tigre nel perseguire quello che e' necessario fare secondo i piani di Dio e della diocesi.<br /><br />Anche a voi l'augurio di essere coraggiosi e determinati nel compiere la Volonta' di Dio, oggi e sempre.<br />Auguri di buona quaresima.<br />Vi affido i catecumeni di cui celebreremo i riti di elezione nella domenica prima di Quaresima. Saranno anche vostri fratelli e sorelle, anche se non vi conoscete.<br /><br />Nella prima settimana di Pasqua don Andrea Favale, don Giovanni Pedone e don Nunzio Marinelli mi faranno ufficialmente visita, la prima visita ufficiale del clero della mia chiesa diocesana dopo 10 anni di permanenza in territorio cinese. Nella loro visita vi sentiro' ancora piu' vicini.<br /><br />新年快樂 ~ 身體建康 ~ 龍馬精神<br /><br />don Michele<br /><br /></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-33721009750444654872010-02-14T21:00:00.000+08:002010-02-15T00:44:36.178+08:002010.02.14 - Primo Giorno dell'anno cinese del dragoGrazie di cuore per i saluti e gli auguri dell'anno lunare, che secondo la tradizione cinese e' quello della tigre.<br /><br />L'anno del bue appena terminato mi ha aggiogato con il peso dell'essere parroco, parroco della parrocchia di Holy Cross (non la Santa Croce di Mons D'Urso). Una parrocchia che si appresta a celebrare il 50mo di consacrazione della chiesa nel 2011 e il 100mo di costituzione nel 2014. Una parrocchia molto vivace e per numero di cristiani (10 messe domenicali tra la chiesa parrocchiale e altri 2 centri di messa domenicale) e per numero di catecumeni/nuovi cristiani (88 battesimi nella notte della Veglia Pasquale). Vivace per il gran numero di gruppi e movimenti (una sessantina), vivace soprattutto e solo perche' lo Spirito soffia, e in abbondanza.<br />Appena giunto nella nuova parrocchia (1 luglio), dopo piu' di un mese, alla vigilia della festa del Curato d'Ars, sono caduto per le scale dell'ufficio, del vecchio ufficio, privo di passamano e con i gradini a misura di piedi cinesi, fratturandomi l'omero sinistro in 7 parti. Risultato: intervento chirurgico con 10 viti che sempre mi ricorderanno che sono stato in Hong Kong, parroco nella chiesa della Santa Croce. Le viti, leggermente piu' numerose di quelle di nostro Signore.<br />Solo venerdi' scorso mi sono trasferito nel nuovo appartamento/palazzo che era in construzione dall'anno 2005. Appartamento che e' situato all'ultimo piano di un palazzo di 8 piani. Nemmeno Grumo da cui provengo, ne possiede uno, da quello che ne sappia. 8 piani di cui il primo e' per gli uffici parrocchiali (parroco, vice parroco cinese, segretaria) il secondo e il terzo stanze per riunioni e catechismo, all'ottavo piano la residenza del clero parrocchiale e dal IV al VII uffici curiali: (la commissione diocesana per la famiglia e il matrimonio, il segretariato della federazione delle conferenze episcopali asiatiche FABC, il consiglio diocesano dei laici, la commissione diocesana Giustizia e Pace e la commissione diocesana per il lavoro). Di tutto questo e di tanto altro sono amministratore.<br />All'insegna della TIGRE inizio questo nuovo anno carico di responsabilita' e di impegno. Mi viene da dire: ma tutto questo doveva capitare proprio a me??? Spero di essere coraggioso e forte come la tigre nel perseguire quello che e' necessario fare secondo i piani di Dio e della diocesi.<br /><br />Anche a voi l'augurio di essere coraggiosi e determinati nel compiere la Volonta' di Dio, oggi e sempre.<br />Auguri di buona quaresima.<br />Vi affido i catecumeni di cui celebreremo i riti di elezione nella domenica prima di Quaresima. Saranno anche vostri fratelli e sorelle, anche se non vi conoscete.<br /><br />Nella prima settimana di Pasqua don Andrea Favale, don Giovanni Pedone e don Nunzio Marinelli mi faranno ufficialmente visita, la prima visita ufficiale del clero della mia chiesa diocesana dopo 10 anni di permanenza in territorio cinese. Nella loro visita vi sentiro' ancora piu' vicini.<br /><br />新年快樂 ~ 身體建康 ~ 龍馬精神Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-5942495481388407352008-10-17T00:22:00.002+08:002008-10-17T00:24:49.620+08:002008.10.16 Cardinal Zen sul Sinodo alla Radio VaticanaÈ stata una riflessione sulla Chiesa cattolica di Hong Kong ad aprire, ieri mattina, il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, in corso in Vaticano. Al centro della 16.ma Congregazione generale anche il problema dell’alfabetizzazione, in relazione alla diffusione della Bibbia, e la questione dell’esegesi biblica, sulla scia dell’intervento pronunciato ieri da Benedetto XVI. Il servizio di Isabella Piro:<a href="http://62.77.60.84/audio/ra/00134083.RM"></a> <br />La Parola Rivelata non è ancora arrivata ad Hong Kong, ma esiste comunque armonia tra le principali religioni locali: gli echi dell’Oriente sono arrivati così in Aula del Sinodo. In particolare, è stato notato come insegnare ai giovani le virtù della tradizione cinese significhi aiutarli a fare un passo verso la santità, evitando il declino dei valori sacri della vita, del matrimonio, della famiglia. Declino – si è ricordato – che porta persino ad inquinare il latte in nome di facili guadagni. Particolare, poi, la riflessione del cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, vescovo di Hong Kong, che ha citato una sorta di alleanza tra la Chiesa cattolica in Cina e il confucianesimo.<br />Ascoltiamolo ai nostri microfoni:<br />R. – Ad Hong Kong, noi abbiamo una grande amicizia con tutte le religioni. Il confucianesimo non è di per sé una religione, anche se ad Hong Kong è considerato come se fosse una religione. Noi lavoriamo bene insieme, anche perché gli iscritti del confucianesimo sono tutte persone che hanno una preparazione classica e che hanno studiano a scuola. Sono, quindi, presenti molti valori cristiani, anche se senza il nome. In questi tempi in cui siamo minacciato ovunque da questo forte materialismo, la dottrina confuciana è certamente una grande alleata. Già una volta i vescovi presenti in Taiwan avevano fatto un buon lavoro ed uno sforzo di sintesi tra il confucianesimo e il cristianesimo. Dobbiamo anzitutto difendere l’onestà naturale e quindi tutte le ingiustizie che vengono compiute contro l’onestà naturale. La Parola di Dio è creatrice della coscienza e continua a parlare alla coscienza umana: è la Parola. Quando vediamo che non c’è ancora un’altra parola di rivelazione esplicita e soprannaturale, facciamo allora forza su quella voce che Dio ha già dato, quella voce della coscienza che è molto preziosa. E’ per questo che spero che entro la conclusione di questo Sinodo si dia un accenno sufficiente anche a questo aspetto, che è molto prezioso.<br />D. – Lei ha fatto riferimento anche ai rapporti tra scienza e fede?<br />R. – Sì, perché anche la scienza per un non cattolico è una via per arrivare a Dio. Le meraviglie dell’universo si fanno ancora più evidenti allo scienziato quando fa una grande scoperta, quando prova questo senso di meraviglia, quasi di paura davanti al mistero grandioso dell’universo. E’ questa una via alla fede e, quindi, diamo importanza a questa via, a questo metodo che il Signore stesso ha scelto.<br />D. – Possiamo fare un bilancio sull’attuale situazione dei cattolici in Cina?<br />R. – Nessuno è in grado di poter fare questo bilancio, anche perché nessuno è in possesso di cifre attendibili. E’ vero che si sente un vuoto e che la gente allora cerca la religione; ma è anche vero che il secolarismo sta invadendo il mondo e molti credono di poter vivere senza i valori trascendenti. E’ difficile, quindi, poter fare un bilancio. Speriamo che i cuori si aprano sempre alla voce del Signore.<br />D. – Sappiamo che la Cina continentale non è rappresentata qui al Sinodo: possiamo fare però un auspicio per i prossimi Sinodi?<br />R. – Lo speriamo, ma è necessario che il governo si apra veramente e che capisca che la libertà religiosa non è a danno di nessuno, ma è anzi a vantaggio di tutti.Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-21958082824244140172008-05-18T23:07:00.002+08:002008-05-18T23:22:02.664+08:002008.05.18 Festa della Trinita'Festa della Trinita'.<br />Festa dell'amore, dell'abbondanza dell'amore divino. Festa della lentenza all'ira di Dio e della ricchezza del suo perdono.<br /><br />Ho avuto la gioia di celebrare per la prima volta nella chiesa della Trinita', chiesa campestre del nostro paese Grumo Appula. Ho visto gli affreschi antichissimi che si stanno completamente staccando dalle parenti di questa piccola cappella e non si puo' fare nulla perche' mancano i soldi. Mi chiedo cosa veramente faccia il governo per preservare e dico preservare questi tesori. Mi sa che si preserva solo se si paga. Mah.....!<br /><br />E' bello incontrare tutta la gente e gli amici. Oggi poi ho visto Mariassunta con un pancione!!! Suo figlio nascera' alla fine di luglio. Che bello.<br /><br />Oggi abbiamo mangiato le orecchiette al ragu' pugliese. Le orecchiette preparate a mano dalla nonna, la mia nonna Rosa. Che brava!!!<br /><br /><br />Martedi' mattina parto con il treno per Roma. Mercoledi' dovro' accogliere padre Dominic LUI, prete della diocesi di Hong Kong, che arrivera' in Italia per lo studio prima dell'italiano ad Assisi e poi per lo studio della Teologia Morale a Roma. Intanto per il 24 maggio saremo a Grumo per tutta la settimana e il 2 giugno lo accompagnero' ad Assisi.Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-82466818634369269312008-05-17T22:40:00.002+08:002008-05-17T22:47:24.043+08:002008.05.17 Un venerdi' stranoIeri sono stato a letto con febbre e vomito. Mi sa che ho avuto un'indigestione. Ma niente di serio perche' oggi sto gia' bene.<br /><br />Domani festa della santissima Trinita', don Franco Vitucci mi ha invitato a celebrare la messa delle 10.00 presso la chiesa campestre della Trinita'. E' la prima volta che celebrero' la messa in quella chiesetta, semplice e bella.<br /><br />Ieri, venerdi' 16, il Papa ha reso pubblica la preghiera per il 24 maggio, giornata di preghiera universale per la Cina. La pubblico qua in lingua italiana e cinese.<br /><br /><div align="justify"><span style="color:#009900;">Nella Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese, del 27 maggio 2007, il Santo Padre Benedetto XVI scrive: "Carissimi Pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio, che è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani - la quale è venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai -, in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina. Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. [...] Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero - in particolare quelli che sono di origine cinese - mostreranno la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il santo Nome di Gesù e la vostra intrepida lealtà al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento" (n. 19).<br />Per la prossima Giornata, Sua Santità ha composto la seguente "Preghiera a Nostra Signora di Sheshan", che potrà essere usata in tutta la Chiesa:<br /></span></div><div align="justify"><a name="TESTO IN LINGUA CINESE TRADIZIONALE">TESTO IN LINGUA CINESE TRADIZIONALE</a><br /><a name="top"></a><br />教宗本篤十六世親撰向佘山聖母誦<br /> Traditional Chinese<br /><br /><span style="color:#ff0000;">至聖童貞瑪利亞,<br />降生聖言之母,又是我們的母親,<br />您在佘山聖殿被尊稱為「進教之佑」,<br />整個在中國的教會滿懷熱愛瞻仰您,<br />今天我們投奔您台前,求您護佑。<br />請垂顧這天主子民,並以母親的關懷<br />帶領他們,走上真理與仁愛的道路,<br />使他們在任何境況下,<br />都能成為促進全體人民和諧共處的酵素。<br /><br />您在納匝肋順從主旨,說了「是」,<br />讓永生天主子在您貞潔的母胎中取得肉軀,<br />使救贖工程從此在歷史中展開,<br />您又懇摯地奉獻自己協助這工程,<br />讓痛苦的利刃刺透您的心靈,<br />直到最後的重要時刻,在加爾瓦略山上,十字架下,<br />當您聖子犧牲自己,使世人獲得生命時,<br />您佇立在祂身旁。<br /><br />從那時開始,為一切在信仰中追隨您聖子耶穌<br />並跟著祂背起十字架的人,<br />您以一種嶄新的形式,成了他們的母親。<br />希望之母,您在聖週六的黑暗中,<br />仍懷著堅定不移的信心,迎接復活節的黎明,<br />請將這分辨的能力賞給您的子女,<br />使他們在任何處境中,即使是最黑暗的時刻,<br />仍能見到天主親臨的標記。<br /><br />佘山聖母,請援助那些在日常勞苦中,<br />仍繼續相信、希望、和實踐愛德的中國教友,<br />使他們永不懼怕向世界宣講耶穌,<br />並在耶穌跟前為世界祈禱。<br />您以塑像的形態,矗立於佘山聖殿頂,高舉張開雙臂的聖子,<br />向世界展示祂對世人的深愛。<br />請幫助天主教友常作這大愛的可信見證人,<br />並使他們與教會的磐石伯多祿結合在一起。<br />中國之母,亞洲之母,現在直到永遠,請常為我們祈求。亞孟。<br /></span><br />[00754-AA.01] [Testo originale: Cinese Tradizionale]<br /></div><div align="justify"> </div><div align="justify"><a name="TESTO IN LINGUA ITALIANA">TESTO IN LINGUA ITALIANA</a><br /></div><div align="justify"><span style="color:#ff0000;">Preghiera a Nostra Signora di Sheshan<br /><br />Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra,<br />venerata col titolo di "Aiuto dei cristiani" nel Santuario di Sheshan,<br />verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina,<br />veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione.<br />Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna<br />sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza<br />fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini.<br /><br />Con il docile "sì" pronunciato a Nazaret tu consentisti<br />all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale<br />e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,<br />alla quale cooperasti poi con solerte dedizione,<br />accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima,<br />fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti<br />ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse.<br /><br />Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre<br />di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù<br />e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle.<br />Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti<br />con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua,<br />dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione,<br />fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio.<br /><br />Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina,<br />tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare,<br />affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù.<br />Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio,<br />presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore.<br />Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore,<br />mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.<br />Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!<br /></span></div><div align="justify">[00754-01.01] [Testo originale: Italiano]</div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-61967429009586000882008-05-15T21:12:00.003+08:002008-05-15T21:37:32.809+08:002008.05.15 In ItaliaSono ormai 2 settimane da quando sono in Italia. Ringrazio Dio.<br />Pasqualino mi ha fatto notare che non aggiorno piu' questo blog. Allora con senso di dovere eccomi qua.<br /><br />Il viaggio di ritorno in Italia e' andato bene, se non fosse stato per il ritardo di un'ora dell'Alitalia da Roma per Bari.<br /><br />Poi la gioia di incontrare tutti e ciascuno, in aeroporto (nonostante fossere le 23.30), a casa mia, in chiesa, a Grumo, a Noicattaro e anche alla libreria delle Paoline!<br /><br />Ad una settimana esatta dal mio arrivo in Italia, con mia mamma siamo andati a Bologna. La gioia di incontrare i miei 3 nipotini e mia sorella Lea con suo marito Rino mi hanno rallegrato. La gioia poi di giocare con la piccolissima Alessia (un anno e qualche mese...!). Poi mia mamma ha fatto la visita medica dove le hanno assicurato dell'infezione alla protesi della gamba destra. Dovra' fare un altro intervento chirurgico, il terzo sulla stessa anca, dove espianteranno la protesi, bombarderanno le ossa con antibiotici e infine se sara' possibile le impianteranno un'altra protesi. Per ora e' in lista dai 2 a 3 mesi di attesa. L'intervento lo fara' a Bologna, al Rizzoli.<br /><br />Prima di partire per Bologna ho celebrato la prima comunione di un gruppo di bambini nella mia prima parrocchia di Noicattaro, Santa Maria della Pace. Domenico ed un'altra bambina furono da me battezzati 9 anni or sono. L'incontro con la mia prima comunita' che ho servito da prete mi ha rallegrato. Non ho avuto pero' tempo a sufficienza per parlare con tutti perche' dovevo celebrare un funerale di un mio parente a Grumo.<br /><br />Ieri sera, poi, sono stato a Triggiano nella chiesa di San Giuseppe Moscati, invitato da don Salvatore e da don Massimo D'Abbicco per una messa di suffragio per una donna della strada. Ho avuto modo di conoscere meglio l'opera di don Massimo che insieme ad alcuni laici, membri dell'associazione di don Oreste Benzi, Giovanni XXIII, si prendono cura delle ragazze di strada delle nostre citta'. Grazie per il vostro lavoro.<br /><br />Che bello ritornare a casa tra i propri famigliari e incontrare la propria gente.<br />Alla prossima....Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-25780152189727334882008-04-04T22:08:00.002+08:002008-04-04T22:14:44.819+08:002008.04.04 - Il Pime celebra 150 di evangelizzazione in Hong Kong<div align="justify">Roma (AsiaNews) - Il 10 aprile di quest’anno ricorre il 150mo anniversario dell’arrivo del PIME a Hong Kong. I primi missionari del “Seminario Lombardo per le Missioni Estere” mettevano piede su questo lembo di terra nel 1858. All’inizio essi lavoravano per i pochi cattolici locali o di Macao e per i soldati irlandesi dell’esercito britannico stanziato nella colonia. Ma da subito alcuni hanno cominciato ad evangelizzare i villaggi cinesi a Kowloon, nella terraferma, e a Sai Kung, per iniziare una storia che ha portato alla maturità la diocesi di Hong Kong, che si distingue ancora oggi per l’impegno nell’annuncio, nella carità, nell’educazione, nella lotta per la giustizia e la democrazia.<br />La nostra comunità del Pime e la Chiesa di Hong Kong celebreremo l’avvenimento con due appuntamenti il 10 e l’11 aprile prossimi.<br />Il 10 aprile alla Pime House di Hong Kong sarà scoperta una “pietra commemorativa” a ricordo dei 205 missionari giunti in un secolo e mezzo nel territorio. Sara' presentato anche il libro storico scritto e curato da padre Gianni Criveller, missionario teologo del Pime in Hong Kong. L’indomani, nella cattedrale sarà celebrata una messa, presieduta dal card. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong. Alle 20, alla Caritas Hall ci sarà una tavola rotonda. P. Gianni Gianpietro e Sr Beatrice Leung terranno una relazione su “Evangelizzare e fondare la Chiesa locale”; p. Dino Doimo e p. John B. Kwan parleranno della “Evangelizzazione attraverso il servizio pastorale”; p. Renzo Milanese e il dott. Anthony Lam (Holy Spirit Study Centre) su “Evangelizzare attraverso l’educazione e l’azione sociale”. Le considerazioni finali saranno tratte dal card. Zen.</div><div align="justify"> </div><div align="justify">Ringraziamo il Signore per questi anni di missione in Hong Kong e preghiamolo per il dono delle vocazioni. </div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-41094912398898757372008-03-20T18:30:00.000+08:002008-03-21T01:33:11.207+08:002008.03.20 Omelia di Benedetto XVI alla messa del Crisma<div align="justify">SANTA MESSA DEL CRISMA<br />OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI<br />Basilica VaticanaGiovedì Santo, 20 marzo 2008<br /><br />Cari fratelli e sorelle,<br />ogni anno la Messa del Crisma ci esorta a rientrare in quel „sì” alla chiamata di Dio, che abbiamo pronunciato nel giorno della nostra Ordinazione sacerdotale. “Adsum – eccomi!”, abbiamo detto come Isaia, quando sentì la voce di Dio che domandava: “Chi manderò e chi andrà per noi?” “Eccomi, manda me!”, rispose Isaia (Is 6, 8). Poi il Signore stesso, mediante le mani del Vescovo, ci impose le mani e noi ci siamo donati alla sua missione. Successivamente abbiamo percorso parecchie vie nell’ambito della sua chiamata. Possiamo noi sempre affermare ciò che Paolo, dopo anni di un servizio al Vangelo spesso faticoso e segnato da sofferenze di ogni genere, scrisse ai Corinzi: “Il nostro zelo non vien meno in quel ministero che, per la misericordia di Dio, ci è stato affidato” (cfr 2 Cor 4, 1)? “Il nostro zelo non vien meno”. Preghiamo in questo giorno, affinché esso venga sempre riacceso, affinché venga sempre nuovamente nutrito dalla fiamma viva del Vangelo.<br />Allo stesso tempo, il Giovedì Santo è per noi un’occasione per chiederci sempre di nuovo: A che cosa abbiamo detto “sì”? Che cosa è questo “essere sacerdote di Gesù Cristo”? Il Canone II del nostro Messale, che probabilmente fu redatto già alla fine del II secolo a Roma, descrive l’essenza del ministero sacerdotale con le parole con cui, nel <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__P4R.HTM">Libro del Deuteronomio</a> (18, 5. 7), veniva descritta l’essenza del sacerdozio veterotestamentario: astare coram te et tibi ministrare. Sono quindi due i compiti che definiscono l’essenza del ministero sacerdotale: in primo luogo lo “stare davanti al Signore”. Nel Libro del Deuteronomio ciò va letto nel contesto della disposizione precedente, secondo cui i sacerdoti non ricevevano alcuna porzione di terreno nella Terra Santa – essi vivevano di Dio e per Dio. Non attendevano ai soliti lavori necessari per il sostentamento della vita quotidiana. La loro professione era “stare davanti al Signore” – guardare a Lui, esserci per Lui. Così, in definitiva, la parola indicava una vita alla presenza di Dio e con ciò anche un ministero in rappresentanza degli altri. Come gli altri coltivavano la terra, della quale viveva anche il sacerdote, così egli manteneva il mondo aperto verso Dio, doveva vivere con lo sguardo rivolto a Lui. Se questa parola ora si trova nel Canone della Messa immediatamente dopo la consacrazione dei doni, dopo l’entrata del Signore nell’assemblea in preghiera, allora ciò indica per noi lo stare davanti al Signore presente, indica cioè l’Eucaristia come centro della vita sacerdotale. Ma anche qui la portata va oltre. Nell’inno della Liturgia delle Ore che durante la quaresima introduce l’Ufficio delle Letture – l’Ufficio che una volta presso i monaci era recitato durante l’ora della veglia notturna davanti a Dio e per gli uomini – uno dei compiti della quaresima è descritto con l’imperativo: arctius perstemus in custodia – stiamo di guardia in modo più intenso. Nella tradizione del monachesimo siriaco, i monaci erano qualificati come “coloro che stanno in piedi”; lo stare in piedi era l’espressione della vigilanza. Ciò che qui era considerato compito dei monaci, possiamo con ragione vederlo anche come espressione della missione sacerdotale e come giusta interpretazione della parola del Deuteronomio: il sacerdote deve essere uno che vigila. Deve stare in guardia di fronte alle potenze incalzanti del male. Deve tener sveglio il mondo per Dio. Deve essere uno che sta in piedi: dritto di fronte alle correnti del tempo. Dritto nella verità. Dritto nell’impegno per il bene. Lo stare davanti al Signore deve essere sempre, nel più profondo, anche un farsi carico degli uomini presso il Signore che, a sua volta, si fa carico di tutti noi presso il Padre. E deve essere un farsi carico di Lui, di Cristo, della sua parola, della sua verità, del suo amore. Retto deve essere il sacerdote, impavido e disposto ad incassare per il Signore anche oltraggi, come riferiscono gli Atti degli Apostoli: essi erano “lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù” (5, 41).<br />Passiamo ora alla seconda parola, che il Canone II riprende dal testo dell’Antico Testamento – “stare davanti a te e a te servire”. Il sacerdote deve essere una persona retta, vigilante, una persona che sta dritta. A tutto ciò si aggiunge poi il servire. Nel testo veterotestamentario questa parola ha un significato essenzialmente rituale: ai sacerdoti spettavano tutte le azioni di culto previste dalla Legge. Ma questo agire secondo il rito veniva poi classificato come servizio, come un incarico di servizio, e così si spiega in quale spirito quelle attività dovevano essere svolte. Con l’assunzione della parola “servire” nel Canone, questo significato liturgico del termine viene in un certo modo adottato – conformemente alla novità del culto cristiano. Ciò che il sacerdote fa in quel momento, nella celebrazione dell’Eucaristia, è servire, compiere un servizio a Dio e un servizio agli uomini. Il culto che Cristo ha reso al Padre è stato il donarsi sino alla fine per gli uomini. In questo culto, in questo servizio il sacerdote deve inserirsi. Così la parola “servire” comporta molte dimensioni. Certamente ne fa parte innanzitutto la retta celebrazione della Liturgia e dei Sacramenti in genere, compiuta con partecipazione interiore. Dobbiamo imparare a comprendere sempre di più la sacra Liturgia in tutta la sua essenza, sviluppare una viva familiarità con essa, cosicché diventi l’anima della nostra vita quotidiana. È allora che celebriamo in modo giusto, allora emerge da sé l’ars celebrandi, l’arte del celebrare. In quest’arte non deve esserci niente di artefatto. Deve diventare una cosa sola con l’arte del vivere rettamente. Se la Liturgia è un compito centrale del sacerdote, ciò significa anche che la preghiera deve essere una realtà prioritaria da imparare sempre di nuovo e sempre più profondamente alla scuola di Cristo e dei santi di tutti i tempi. Poiché la Liturgia cristiana, per sua natura, è sempre anche annuncio, dobbiamo essere persone che con la Parola di Dio hanno familiarità, la amano e la vivono: solo allora potremo spiegarla in modo adeguato. “Servire il Signore” – il servizio sacerdotale significa proprio anche imparare a conoscere il Signore nella sua Parola e a farLo conoscere a tutti coloro che Egli ci affida.<br />Fanno parte del servire, infine, ancora due altri aspetti. Nessuno è così vicino al suo signore come il servo che ha accesso alla dimensione più privata della sua vita. In questo senso “servire” significa vicinanza, richiede familiarità. Questa familiarità comporta anche un pericolo: quello che il sacro da noi continuamente incontrato divenga per noi abitudine. Si spegne così il timor riverenziale. Condizionati da tutte le abitudini, non percepiamo più il fatto grande, nuovo, sorprendente, che Egli stesso sia presente, ci parli, si doni a noi. Contro questa assuefazione alla realtà straordinaria, contro l’indifferenza del cuore dobbiamo lottare senza tregua, riconoscendo sempre di nuovo la nostra insufficienza e la grazia che vi è nel fatto che Egli si consegni così nelle nostre mani. Servire significa vicinanza, ma significa soprattutto anche obbedienza. Il servo sta sotto la parola: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!” (Lc 22, 42). Con questa parola, Gesù nell’Orto degli ulivi ha risolto la battaglia decisiva contro il peccato, contro la ribellione del cuore caduto. Il peccato di Adamo consisteva, appunto, nel fatto che egli voleva realizzare la sua volontà e non quella di Dio. La tentazione dell’umanità è sempre quella di voler essere totalmente autonoma, di seguire soltanto la propria volontà e di ritenere che solo così noi saremmo liberi; che solo grazie ad una simile libertà senza limiti l’uomo sarebbe completamente uomo, diventerebbe divino. Ma proprio così ci poniamo contro la verità. Poiché la verità è che noi dobbiamo condividere la nostra libertà con gli altri e possiamo essere liberi soltanto in comunione con loro. Questa libertà condivisa può essere libertà vera solo se con essa entriamo in ciò che costituisce la misura stessa della libertà, se entriamo nella volontà di Dio. Questa obbedienza fondamentale che fa parte dell’essere uomini, diventa ancora più concreta nel sacerdote: noi non annunciamo noi stessi, ma Lui e la sua Parola, che non potevamo ideare da soli. Non inventiamo la Chiesa così come vorremmo che fosse, ma annunciamo la Parola di Cristo in modo giusto solo nella comunione del suo Corpo. La nostra obbedienza è un credere con la Chiesa, un pensare e parlare con la Chiesa, un servire con essa. Rientra in questo sempre anche ciò che Gesù ha predetto a Pietro: “Sarai portato dove non volevi”. Questo farsi guidare dove non vogliamo è una dimensione essenziale del nostro servire, ed è proprio ciò che ci rende liberi. In un tale essere guidati, che può essere contrario alle nostre idee e progetti, sperimentiamo la cosa nuova – la ricchezza dell’amore di Dio.<br />“Stare davanti a Lui e servirLo”: Gesù Cristo come il vero Sommo Sacerdote del mondo ha conferito a queste parole una profondità prima inimmaginabile. Egli, che come Figlio era ed è il Signore, ha voluto diventare quel servo di Dio che la visione del Libro del profeta Isaia aveva previsto. Ha voluto essere il servo di tutti. Ha raffigurato l’insieme del suo sommo sacerdozio nel gesto della lavanda dei piedi. Con il gesto dell’amore sino alla fine Egli lava i nostri piedi sporchi, con l’umiltà del suo servire ci purifica dalla malattia della nostra superbia. Così ci rende capaci di diventare commensali di Dio. Egli è disceso, e la vera ascesa dell’uomo si realizza ora nel nostro scendere con Lui e verso di Lui. La sua elevazione è la Croce. È la discesa più profonda e, come amore spinto sino alla fine, è al contempo il culmine dell’ascesa, la vera “elevazione” dell’uomo. “Stare davanti a Lui e servirLo” – ciò significa ora entrare nella sua chiamata di servo di Dio. L’Eucaristia come presenza della discesa e dell’ascesa di Cristo rimanda così sempre, al di là di se stessa, ai molteplici modi del servizio dell’amore del prossimo. Chiediamo al Signore, in questo giorno, il dono di poter dire in tal senso nuovamente il nostro “sì” alla sua chiamata: “Eccomi. Manda me, Signore” (Is 6, 8). Amen.<br /><br />© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana </div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-36098467604117803082008-03-07T12:08:00.002+08:002008-03-07T12:18:13.573+08:002008.03.07 Vacanze in Italia<div align="justify"><span style="color:#009900;">Carissimi, </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;"></span> </div><div align="justify"><span style="color:#009900;">il giorno 29 aprile 2008 arrivo in Italia per le vacanze triennali di 3 mesi. Ogni 3 anni i missionari del Pime che sono in HK possono ritornare alle loro case per 3 mesi. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;">La mia ultima vacanza lunga e' stata nel 2005. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;"></span> </div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Arrivero' quindi, il 29 aprile sera e ripartiro' per HK il 31 luglio. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;"></span> </div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Ho scelto questo periodo perche' l'ultima volta ero venuto in Agosto e mi ero fermato fino alla fine di Gennaio. Prima di Pasqua e' davvero difficile lasciare HK per il lavoro soprattutto con i catecumeni. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Altro motivo che mi ha spinto a tornare in questo periodo e' che da tantissimi anni non celebro l'anniversario di matrimonio dei miei genitori che quest'anno festeggiano 39 anni in giugno. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Poi, il 50 anniversario di sacerdozio di don Oronzo Pascazio in luglio. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Il matrimonio di Angelica e Giuseppe il 16 luglio. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Inoltre la festa della mia cara Madonna di Mellitto in Luglio.</span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;"></span> </div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Il motivo piu' importante e' quello di riposarmi e incontrare la mia famiglia di sangue, quella della mia citta', quella diocesana e tutti gli amici. </span></div><div align="justify"><span style="color:#009900;"></span> </div><div align="justify"><span style="color:#009900;">Arrivederci a presto. </span></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-65196368557263455682008-01-31T00:13:00.000+08:002008-01-31T00:20:06.181+08:002008.01.30 La diocesi di Hong Kong ha il nuovo vescovo coadiutore, Mons. John TONG<div align="justify">Abbiamo un nuovo vescovo coadiutore: monsignor John Tong. Rendo grazie anche io al Signore e al Santo Padre Benedetto XVI per questo grande dono fatto alla chiesa di Hong Kong e della Cina. </div><br /><br /><div align="justify"></div><div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgT6hwMzozG7vPQ8984w_PRTWA2Bfn2BtNiWXygFh_QNdED5cI64afqcStWmQw3ifg1n7sa1dKIoED_eeElOPGxOZWzqYWg4LT3oO2OgqQvFHd-5doXjvDJ8AfSjmSwZr3a8ZIKg/s1600-h/2007.10.13+Bishop+Tong+at+St+Margaret+Church.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5161304810541183042" style="CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgT6hwMzozG7vPQ8984w_PRTWA2Bfn2BtNiWXygFh_QNdED5cI64afqcStWmQw3ifg1n7sa1dKIoED_eeElOPGxOZWzqYWg4LT3oO2OgqQvFHd-5doXjvDJ8AfSjmSwZr3a8ZIKg/s320/2007.10.13+Bishop+Tong+at+St+Margaret+Church.jpg" border="0" /></a><br /></div><div align="justify"></div><br /><br /><div align="justify">Hong Kong (AsiaNews) – Mons. John Tong On, 69 anni, è stato nominato oggi <em>(30 gennaio 2008)</em> vescovo coadiutore della diocesi di Hong Kong. Dal 1996 era vescovo ausiliare della diocesi.<br />Mons. Tong, un fine intellettuale, versato nelle lingue, nella cultura e nella teologia, è perciò il successore designato del card. Joseph Zen, che ha già superato i 75 anni (ne ha 76) ed ha chiesto diverse volte al papa di potersi ritirare.<br />Mons. Tong, nativo di Hong Kong, è uno stretto collaboratore del card. Zen e un grande conoscitore della situazione della Chiesa in Cina. Attualmente è responsabile dell’Holy Spirit Study Centre, un centro di studi e documentazione sulla Chiesa e la cultura cinese.<br />In una dichiarazione diffusa oggi nella diocesi - e che riproduciamo integralmente qui sotto – egli parla del “lavoro eccellente” che il card. Zen sta svolgendo, in profonda sintonia fra i due.<br />Dopo aver affermato l’importante contributo che molti missionari stranieri svolgono insieme alla Chiesa locale di Hong Kong, egli sottolinea la vocazione di Chiesa-ponte che Hong Kong ha verso la Cina popolare. “Attendo con tutto il cuore – egli conclude – che il governo cinese garantisca la piena libertà religiosa ai cattolici della madrepatria, così che essi possano dare un maggior contributo alla società, e la nostra patria possa progredire nella sua posizione internazionale”.<br /></div><div align="justify">Ecco la dichiarazione ufficiale di mons. Tong:<br /><br /><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>Quando ho ricevuto dal Santo Padre la nomina a vescovo coadiutore di Hong Hong, mi sono sentito inadeguato e senza fiducia in me stesso. Ma, sapendo che il Santo Padre mi ha dato fiducia, e che i cattolici di Hong Kong mi sosterranno con la preghiera, mi sono sentito incoraggiato e ho accettato la nomina con obbedienza e gratitudine. E ora vi supplico di tollerare i miei limiti.<br />Il card. Joseph Zen sta svolgendo un lavoro eccellente nella guida della diocesi di Hong Kong. Egli è ancora in buona salute. Io spero che egli rimanga ancora al suo posto per il più lungo tempo possibile. Sarò felice di continuare a lavorare sotto la sua guida.<br />Papa Giovanni Paolo II ha detto: “Nella Chiesa non vi sono stranieri”. Spero che tutti noi, come membri del Corpo mistico di Cristo, continuiamo a offrire il nostro sostegno. Clero locale, missionari stranieri, cattolici di Hong Kong, come pure professionisti e lavoratori stranieri da altre parti del mondo, dobbiamo lavorare insieme per costruire una Chiesa piena di vitalità. Mi auguro che tutti possiamo dare un contributo ancora maggiore alla nostra diocesi e alla società.<br />La nostra evangelizzazione e la nostra testimonianza attraverso le parrocchie, le scuole, la cura dei malati e i servizi sociali sono stati attivi e pieni di frutto. Prego che tutti questi risultati possano svilupparsi ancora di più. Con l’andare degli anni gli impegni di lavoro della diocesi di Hong Kong sono aumentati. Ma c’è carenza di preti locai, diaconi, uomini e donne consacrati. Vi chiedo di pregare per la promozione delle vocazioni, compresa la vocazione al matrimonio cristiano, anch’essa piena di sfide.<br />La nostra diocesi e la gente di Hong Kong godono di una lunga tradizione di impegno per la società e il bene comune. Continuiamo a tenere rapporti positivi e stabili con differenti confessioni cristiane e con le altre religioni. Spero che queste relazioni armoniose crescano in forza e in profondità.<br />La nostra diocesi svolge un ruolo indispensabile di Chiesa-ponte con la Cina. Abbiamo sempre promosso l’unità fra i differenti gruppi della Chiesa cattolica cinese e tenuto un dialogo costruttivo con le diverse parti. Seguendo le indicazioni nella recente lettera del Santo Padre Benedetto XVI alla Chiesa di Cina, ci impegneremo col massimo sforzo per continuare. Attendo con tutto il cuore che il governo cinese garantisca la piena libertà religiosa ai cattolici della madrepatria, così che essi possano dare un maggior contributo alla società, e la nostra patria possa progredire nella sua posizione internazionale.<br /><br />+John Tong<br />Vescovo Coadiutore<br />Diocesi di Hong Kong<br />30 Gennaio 2008<br /></div></strong></span>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-50449498051353938362007-12-02T23:05:00.000+08:002007-12-02T23:21:22.984+08:002007.12.02 Buon Avvento<div align="justify"><span style="color:#660000;">Lo so che sono stato molto assente. Ma il lavoro e' davvero tanto. Vi chiedo scusa. Velocemente, vi voglio salutare e augurarvi un buon e santo Avvento. Il miglior modo di prepararsi alla grande festa del Natale e' "gettare via le opere delle tenebre e indossare le armi della luce". E' questo l'augurio che faccio a voi e a me, prendendolo proprio dalla seconda lettura di questa prima domenica di Avvento. Rivestiamoci di Cristo e camminiamo nella luce del Cristo che viene. Buon e santo Avvento a tutti. </span></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-1821411893731873942007-10-08T22:20:00.000+08:002007-10-09T09:18:20.152+08:002007.10.08 Nuovo superiore regionale del PIME di Hong Kong - Cina<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq90na-DjMdk9cngfE954VieApjCYYPYtwPsoRWvvBsHZ6tQayBplrgLcYdX8hmMn1B9QdNnWqd3-iM7g5eikq8oPT9gusFGBBt2Q7bvxAYgbA0h6e_eZGc7qUu6FjakC0PGautg/s1600-h/DSC00106.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5119139566257669730" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq90na-DjMdk9cngfE954VieApjCYYPYtwPsoRWvvBsHZ6tQayBplrgLcYdX8hmMn1B9QdNnWqd3-iM7g5eikq8oPT9gusFGBBt2Q7bvxAYgbA0h6e_eZGc7qUu6FjakC0PGautg/s320/DSC00106.JPG" border="0" /></a><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Oggi lunedi', 8 ottobre 2007 la comunita' del Pime della regione Hong Kong - Cina si e' riunita per l'elezione del nuovo superiore regionale e del suo consiglio. </span><div><br /><br /><div><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Abbiamo eletto alla prima votazione padre Franco Cumbo, classe 1946, siciliano nuovo superiore regionale per 4 anni. (Alla mia sinistra nella foto qua accanto!)</span></div><br /><br /><div><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Succede a padre Dino Doimo, veneto, dopo 8 anni di servizio nella nostra comunita'. (Alle spalle di padre Cumbo nella foto qua accanto!)</span></div><br /><br /><div><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Un immenso grazie a padre Dino per il suo "giusto" servizio nella nostra comunita'. Io ebbi la fortuna di averlo come rettore nel seminario del Pime a Monza (1993-1996). Sono immensamente contento per lui perche' potra' finalmente ritornare a lavorare completamente in mezzo ai cinesi. Padre Dino fu a Grumo per la celebrazione della istituzione all'Accolitato del sottoscritto nel giugno del 1994. Poi torno' nell'anno 2002 quando fece visita al mio arcivescovo Monsignor Cacucci Francesco e alla mia famiglia, unitamente alle comunita' parrocchiali di Santa Maria Assunta e di Monteverde. </span><br /><br /><blockquote></blockquote><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Padre Franco Cumbo lo conobbi gia' quando nel 1994 andai a fare attivita' di animazione missionaria nella casa del Pime di Mascalucia, provincia di Catania. Era la' gia' da qualche anno. E' un grande esperto nelle relazioni interpersonali, mosso veramente dal suo cuore, sia verso noi confratelli che verso la gente. E' stato per molti anni a vivere sulle barche a condividere la dura vita dei marinai e poveri di HK. E' una medicina vivente: se capiti sotto le sue mani ti stritola, perche' e' un esperto in riflessologia sulle mani e piedi. Ti fa passare o allieva tutti i possibili dolori. Ringrazio il Signore per lui perche' ha subito accettato di servirci come nostro superiore, sapendo che deve lasciare il servizio nella parrocchia di San Giuseppe, servizio iniziato appena lo scorso anno.<br /></span></div><br /><br /><div><span style="font-family:arial;color:#cc0000;">Membri della direzione risultano essere padre Giorgio Pasini (vice-regionale, ex vicerettore del seminario del Pime di Monza) e poi come consiglieri i padri Gianni Criveller, Raja Duggimpudi e Pietro Galbiati. Li affido tutti anche alla vostra preghiera.</span> </div><br /><div></div><br /><p align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6VHSASnIJibz35UJJ6pGxrzRRzbiigUouIJWDq7-q0z1lhzYEWYt1K08j4owraB02EdsZ25Kxmo0d8ubukHYuxCEUP4vPZYsGS7K4Uya9eDibTN93vufoxPOTGbjhBJ3vNhr2Gg/s1600-h/2007.10.08+Elezioni+Pime+-+foto+di+gruppo.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5119139866905380466" style="CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6VHSASnIJibz35UJJ6pGxrzRRzbiigUouIJWDq7-q0z1lhzYEWYt1K08j4owraB02EdsZ25Kxmo0d8ubukHYuxCEUP4vPZYsGS7K4Uya9eDibTN93vufoxPOTGbjhBJ3vNhr2Gg/s320/2007.10.08+Elezioni+Pime+-+foto+di+gruppo.jpg" border="0" /></a></p></div></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-16990553464522233732007-09-20T22:11:00.000+08:002007-09-20T22:28:42.518+08:002007.09.20 Sette anni in Hong Kong<div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong>Il 20 settembre 2000, alle ore 15.15 circa (ora locale di HK) arrivo ad Hong Kong, mia seconda patria e prima patria missionaria. Qua ero stato inviato dal mio amato padre arcivescovo Mariano Magrassi, dalla mia parrocchia di Santa Maria della Pace in Noicattaro, dai parrocchiani di Santa Maria Assunta di Grumo Appula e da quelli di Santa Maria di Monteverde, dagli amici e condiocesani e in particolare dal PIME. </strong></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong>Tanti vennero quel 19 settembre 2000 in aeroporto a salutarmi. Alcuni di loro non ci sono gia' piu'. Tanti altri preferirono non venire, perche' restii alle partenze altrui. Qualcuno mi disse nel momento dell'ultimo saluto: "Non ti voltare indietro".</strong></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong>Sette anni sono passati e proprio ieri lo dicevo alla messa d'inizio anno celebrata per le studentesse della scuola elementare di Saint Paul di HK. Quando giunsi qua, dovevo annunciare Cristo e il suo Vangelo e non sapevo dire nemmeno buongiorno in cinese. Oggi, dicevo ieri, esattamente 7 anni dopo non solo leggo il vangelo ma ve lo spiego. Rendiamo grazie al Signore e imploriamo il suo aiuto perche' gli sia fedele! </strong></span></div><br /><blockquote><br /><p align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong></strong></span></p></blockquote><br /><div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong>Ma questo Settimo Anniversario e' particolarmente significativo. Secondo le leggi locali, dopo il settimo anno di permanenza in loco, posso fare domanda per diventare cittadino di HK, con tutti i diritti e i doveri. Potro' dire anche io che almeno per quanto riguarda la carta d'identita' sono un Hongkonghese!!! Proprio domani vado a ritirare i documenti per iniziare le pratiche necessarie. </strong></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><strong>Ringrazio Dio e lo prego perche' il mio sforzo di farmi cinese con i cinesi a motivo del Regno e del Vangelo, mi ottenga di essergli suo testimone anche in mezzo a questa porzione del Suo popolo. Pregate. </strong></span></div><br /><p align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoyrWS2kHK2PmCvAemQEUs0FGlFW-OhijHMmSQHnsaINhXGPSnp19lj2QkjoX_1obEwyX1c65br2uxxs9ezBXgzQwvGaQG2hSF7-9EECVRagrrnoFD3jox4kj0X4_d9VlyFvckIA/s1600-h/Benvenuti+a+Hong+Kong.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5112292848972340434" style="CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoyrWS2kHK2PmCvAemQEUs0FGlFW-OhijHMmSQHnsaINhXGPSnp19lj2QkjoX_1obEwyX1c65br2uxxs9ezBXgzQwvGaQG2hSF7-9EECVRagrrnoFD3jox4kj0X4_d9VlyFvckIA/s320/Benvenuti+a+Hong+Kong.jpg" border="0" /></a></p>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-4019046631577604052007-09-18T17:45:00.000+08:002007-09-18T18:17:40.895+08:002007.09.18 Riguardo le 3 settimane vissute a Grumo<div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Come promesso, eccomi a scrivere qualcosa delle 3 settimane vissute in Italia</span></div><ol><li><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Tutto comincia con l'aeroporto di Bari-Palese. E' stato meraviglioso incontrare la mia famiglia, a iniziare dai miei cari genitori, la nonna Rosa (che avevo lasciato morente nel dicembre 2006, nel letto ospedaliero), le mie sorelle con i loro mariti e poi le mie 2 piccole nipotine (Alessia e Arianna) davvero piccole, la mia nipote Antonella ormai grandicella, con i cuginetti Daniele e Giuseppe, ritornato in vita dopo tutte le disavventure ospedaliere. E poi i miei zii e le mie zie, con alcuni cugini, sempre presenti al mio ritorno. E poi, tanta altra gente: il mio padrino di Cresima con la commara Maria, gli amici di famiglia, alcuni miei amici di Grumo, compreso il Bitritto che vive a Milano che allietava la mia attesa, e infine i nojani, quelli che sempre mi portono nel cuore e che sono stati sempre presenti nella mia vita, ancora piu' significamente da quando li ho lasciati per HK. Insomma un'accoglienza veramente di famiglia.<br />Gia' la sera prima di andare a casa mia, nella mia Mellitto, sono stato "rapinato" per andare a fare visita ad Angela e la sua bella figlia SOFIA. Davvero pochi attimi, ma davvero significativi.<br />Poi a Mellitto, per la cena che e' iniziata oltre la mezzanotte, ma nella gioia e nella quiete che solo Mellitto sa offrire.<br /></span></div></li><li><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Non pensavo di potermi riposare in queste 3 settimane. Temevo di stancarmi tanto, ma invece sono ripartito pronto a riprendere il mio lavoro. Queste 3 settimane sono state di riposo prima di tutto famigliare. Sono stato sempre a casa, anche assorbendomi la critica di alcuni. Sono stato a casa, con mia madre e mio padre. Con la mia nonna. Con le mie sorelle, i loro mariti e figli, come se fossimo una famiglia di 15 membri. A pranzo e a cena quasi sempre insieme. Davvero ho gustato la mia famiglia. Cosa che non mi accadeva da molto. So bene di aver arrecato non poche noie e disagi, ma e' stato davvero bello, anche per loro.<br /></span></div></li><li><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">In questo cosi' breve ma intenso tempo, ho avuto modo prima di tutto di celebrare i battesimi di Alessia e Arianna, cosi' come amministrare la prima comunione a Giuseppe. Ringrazio il Signore per questa bella occasione offertami cosi' come ringrazio la benevolenza di don Michele e di don Franco nel permettermi di celebrare questi sacramenti. Nella prima ed ultima domenica, prima nella chiesa madre, la mia amata chiesa, e poi nella chiesa di Monteverde, ho celebrato i battesimi. Nella prima chiesa, ho celebrato il battesimo di altri 3 bambini, nostri parrocchiani. E' stato bello anche distribuire per la prima volta la comunione a mio nipote Giuseppe che proprio 10 anni fa, nella stessa chiesa riceveva il battesimo.<br /></span></div></li><li><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Anche l'incontro, seppure breve, con i miei parrocchiani e don Antonio (don Michele non era in loco!) mi ha riempito il cuore. E poi riascoltare e cantare alcuni canti della mia giovinezza mi hanno messo nostalgia nel cuore. Grazie anche ad Angelo Giannini, sempre piu' in gamba e sempre piu' preparato.<br /></span></div></li><li><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">La piu' grande sorpresa di queste 3 settimane e' stata la chiesa di Mellitto. Quasi quasi non la riconoscevo piu'. Ma adesso davvero bella, ospitale piu' che mai, davvero rifugio durante le intemperie, con quelle belle pietre bianche che ci richiamano le pietre dei "trulli" di campagna. La Madonna sempre la stessa, sempre la' ad aspettarmi, sempre pronta a sorridermi e benedirmi con il suo amato figlio Gesu'. Adesso si' che e' una chiesa SANTUARIO. </span></div></li></ol><p align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Per adesso mi fermo qua. Continua..................</span></p><p align="justify"><span style="font-family:arial;color:#000000;">Alla prossima</span></p>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-77254937917418748482007-09-09T23:03:00.000+08:002007-09-09T23:26:35.578+08:002007.09.09 Ritornato ad Hong Kong<div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">Ieri mattina sono ritornato nella mia Hong Kong dopo le 3 settimane di vacanze nella mia Italia. </span></div><blockquote><p align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;"></span> </p></blockquote><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">Ho fatto un buon viaggio, grazie a Dio. Stanco si, ma felice per l'esperienza fatta in Italia e per il mio ritorno in HK. Il viaggio e' andato bene che anche nella rotta Amsterdam - Hong Kong c'era un posto vuoto vicino al mio. Per cui e' stato anche comodo. </span></div><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">Ieri sera ho dovuto presiedere la messa. Dico ho dovuto, perche' temevo per il mio cinese. Infatti ho avuto qualche problemino. Era anche naturale dopo 3 settimane in cui non l'avevo mai parlato. Speravo di concelebrare e invece no. I fedeli pero', sono stati veramente contenti quando ho dato loro i saluti della mia famiglia, della mia gente e del mio arcivescovo Cacucci. Ho detto loro che essi pregano per loro. </span></div><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">E' stato anche bello rivedere il parroco e i confratelli. Tra questi ne ho trovato uno nuovo. Dal 1 settembre e' viceparroco con me. Lui e' americano e ha 75 anni. Gli altri preti sono adessi tutti residenti: 2 i pensionati (cinesi tutti e due, 80 e 73 anni) e un francese di 62. Il parroco messicano, 60 anni. Io poi 36 non ancora compiuti.</span></div><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">L'unica sorpresa che ho trovato riguarda la mia macchina. Visto che domani dovevo usarla, sono andato nel pomeriggio per metterla in moto. Appena mi sono avvicinato ho visto che il colore della tappezzeria era cambiato. L'ho aperta ed era piena di muffa. Sullo sterzo c'era circa un centimetro di muffa. Una cosa mai vista. Ho pulito un po' quello che sono riuscito a pulire con la speranza che domani, portandola a lavare, risolviamo il tutto. Spero che non debba cambiare la tapezzeria. E' una cosa davvero incredibile. E' anche vero che nella settimana in cui sono partito per l'Italia, qua in HK c'era tanta umidita'. Non mi era successa una cosa simile nemmeno quando sono stato via per 5 mesi nel 2005. Comunque, non c'e' da temere. </span></div><blockquote><p align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;"></span> </p></blockquote><div align="justify"><span style="font-family:arial;color:#3333ff;">Intendo scrivere qualcosa di piu' sulla bella esperienza vissuta in Italia nei prossimi giorni. Adesso invece, ci tengo a scrivere qualcosa riguardo Paolo Misciagna. E' un mio parente, figlio di una cugina di mia madre. A quest'ora, in Andria, nella chiesa dei salesiani, sta per emettere la sua professione perpetua nella congregazione dei salesiani. Sara' figlio di don Bosco, per sempre. Ringrazio il Signore per questo dono che fa alla mia famiglia, alla nostra comunita' parrocchiale di Santa Maria Assunta, al nostro paese, ai salesiani e a tutta la chiesa. Oserei dire, al mondo. Grazie Paolo per la tua generosita' e il tuo amore per il Signore e per i giovani. Conserva sempre un cuore giovane. Nell'attesa della tua ordinazione diaconale che sara' celebrata nel giugno 2008, continui ad accompagnarti la mia preghiera. Auguri e congratulazioni. Il Signore ti sia vicino.</span></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-26616657867226915012007-08-15T23:25:00.000+08:002007-08-15T23:31:46.257+08:002007.08.15 Festa dell'AssuntaAncora un'altra notte, la notte delle cento Croci e delle cento Ave Maria, secondo la bella tradizione grumese della festa dell'Assunta, e poi vi riabbraccero', Dio volendo.<br />Mi accompagna anche la protezione di san Rocco, nostro patrono, nel cui giorno della sua memoria liturgica intraprendo il viaggio di ritorno per la mia amata terra natale.<br />A prestissimo.<br /><br />P.S.: Non aggiornero' il blog in questo periodo.Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-28535699164311740802007-08-05T12:04:00.000+08:002007-08-05T12:09:07.255+08:002007.08.05 Il 16 agosto sera arrivo in ItaliaIl 16 agosto, ore 22.15 arrivo all'aeroporto di Bari-Palese (via Amsterdam - Roma).<br />Mi fermero' in Italia fino al 07 settembre mattina presto quando ripartiro' per Hong Kong.<br />Saro' nella nostra casa di Mellitto con la mia famiglia.<br />Spero di incontrarvi.<br />MicheleMichelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-2700207297184510822007-07-20T17:35:00.000+08:002007-07-20T17:38:16.480+08:002007.07.20 Comunicato del Pontificio Istituto Missioni Estere sulla liberazione di P.Giancarlo Bossi.<span style="font-family:arial;font-size:130%;color:#3366ff;">Comunicato del Pontificio Istituto Missioni Estere sulla liberazione di P.Giancarlo Bossi.<br /><br /><br />Il Pontificio Istituto Missioni Estere, appresa con gioia la liberazione di P.Giancarlo Bossi, vuole esprimere la sua gratitudine anzitutto a Dio, per aver fatto ritornare a casa, sano e salvo, il suo confratello. Il Signore ha ascoltato veramente la preghiera intensa di tante persone, cristiane, mussulmane e di altre fedi religiose, che si sono unite alla nostra preghiera, in primo luogo il Santo Padre che ancora questa notte ha pregato per il nostro P.Giancarlo.<br />Molte sono state le iniziative di solidarietà sorte a sostegno della liberazione di P.Giancarlo. Sappiamo che altre sono ancora in corso. Che queste iniziative diventino occasione di festa, come è stato per i famigliari e in particolare la mamma Amalia che lo ha sentito al telefono il giorno del suo compleanno.<br />Il PIME ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla liberazione di P.Bossi, in particolare il Governo italiano, il Ministero degli esteri e l’Unità di crisi, il Governo filippino, la polizia e i leader locali.<br />Vogliamo ringraziare tutti di cuore e per tutti chiediamo al Signore la Sua benedizione e il dono della pace.<br /><br /><br />P.Gian Battista Zanchi, PIME<br />Superiore Generale<br /><br /><br />Roma, 20 luglio 2007<br /> </span>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-7344583382358963682007-07-05T17:02:00.000+08:002007-07-05T17:08:07.037+08:002007.07.05 Decimo anniversario di sacerdozioEsattamente 10 anni fa venivo ordinato presbitero nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Grumo Appula. Molte persone ivi presenti sono gia' ritornate per sempre dal Signore, primo tra tutti il mio amato arcivescovo padre Mariano Magrassi.<br />Tanti altri non erano presenti e in questi giorni hanno potuto "godere" in questi 10 anni del dono fattomi quel giorno.<br />Vi invito alla preghiera di ringraziamento e di intercessione.<br />La vostra preghiera mi sostiene, mi incoraggia e mi sprona a continuare a fare quello che sono: ministro di Dio per voi, suo popolo.Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-73231712044229905612007-06-30T23:15:00.000+08:002007-07-05T17:08:42.032+08:002007.06.30 教宗本笃十六世致中华人民共和国内天主教主教、司铎、度奉献生活者、教友教宗本笃十六世致中华人民共和国内天主教主教、司铎、度奉献生活者、教友<br /><br /><a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2007/documents/letter_bxvi_china_semplif.pdf">http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2007/documents/letter_bxvi_china_semplif.pdf</a>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-38090947045535753502007-06-30T22:47:00.000+08:002007-06-30T22:54:20.396+08:002007.06.30 Lettera del Papa alla chiesa cattolica nella repubblica popolare cinese<div align="justify">LETTERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI<br />AI VESCOVI, AI PRESBITERI, ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI DELLA CHIESA CATTOLICA NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE<br /><br />Saluto<br />1. Venerati confratelli Vescovi, carissimi presbiteri, persone consacrate e fedeli tutti della Chiesa cattolica in Cina, « noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. [...] Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza per poter essere forti e pazienti in tutto » (Col 1, 3-5.9-11).<br />Queste parole dell'Apostolo Paolo sono quanto mai appropriate per dare voce ai sentimenti che, come Successore di Pietro e Pastore universale della Chiesa, nutro nei vostri confronti. Voi sapete bene quanto siete presenti nel mio cuore e nella mia preghiera quotidiana e quanto è profondo il rapporto di comunione che ci unisce spiritualmente.<br />Scopo della Lettera<br />2. Desidero, pertanto, far giungere a tutti voi le espressioni della mia fraterna vicinanza. Intensa è la gioia per la vostra fedeltà a Cristo Signore e alla Chiesa, fedeltà che avete manifestato « a volte anche a prezzo di gravi sofferenze »,1 poiché « per Cristo vi è stato dato il dono non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui » (Fil 1, 29). Tuttavia, non manca la preoccupazione per alcuni importanti aspetti della vita ecclesiale nel vostro Paese.<br />Senza pretendere di trattare ogni particolare di complesse problematiche da voi ben conosciute, con questa Lettera vorrei offrire alcuni orientamenti in merito alla vita della Chiesa e all'opera di evangelizzazione in Cina, per aiutarvi a scoprire ciò che da voi vuole il Signore e Maestro, Gesù Cristo, « la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana ».2<br />PRIMA PARTE<br />SITUAZIONE DELLA CHIESA<br />ASPETTI TEOLOGICI<br />Globalizzazione, modernità e ateismo<br />3. Volgendo un attento sguardo al vostro Popolo, che si è distinto fra gli altri popoli dell'Asia per lo splendore della sua millenaria civiltà, con tutta la sua esperienza sapienziale, filosofica, scientifica e artistica, mi piace rilevare come, specialmente negli ultimi tempi, esso si sia anche proiettato verso il raggiungimento di significative mete di progresso economico-sociale, attirando l'interesse del mondo intero.<br />Come già sottolineava il mio venerato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, anche « la Chiesa cattolica, da parte sua, guarda con rispetto a questo sorprendente slancio e a questa lungimirante progettazione di iniziative ed offre con discrezione il proprio contributo nella promozione e nella difesa della persona umana, dei suoi valori, della sua spiritualità e della sua vocazione trascendente. Alla Chiesa stanno particolarmente a cuore valori ed obiettivi che sono di primaria importanza anche per la Cina moderna: la solidarietà, la pace, la giustizia sociale, il governo intelligente del fenomeno della globalizzazione ».3<br />La tensione verso il desiderato e necessario sviluppo economico e sociale, e la ricerca di modernità sono accompagnate da due fenomeni diversi e contrapposti ma da valutare ugualmente con prudenza e con positivo spirito apostolico. Da una parte, si nota, specie tra i giovani, un crescente interesse per la dimensione spirituale e trascendente della persona umana, con il conseguente interesse per la religione, particolarmente per il cristianesimo. Dall'altra parte, si avverte, anche in Cina, la tendenza al materialismo e all'edonismo, che dalle grandi città si stanno diffondendo all'interno del Paese.4<br />In questo contesto, in cui siete chiamati ad operare, desidero ricordarvi quanto il Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato con voce forte e vigorosa: la nuova evangelizzazione esige l'annuncio del Vangelo 5 all'uomo moderno, con la consapevolezza che, come durante il primo millennio cristiano la Croce fu piantata in Europa e durante il secondo in America e in Africa, così durante il terzo millennio una grande messe di fede sarà raccolta nel vasto e vitale continente asiatico.6<br />« “Duc in altum” (Lc 5, 4). Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!” (Eb 13, 8) ».7 Anche in Cina la Chiesa è chiamata ad essere testimone di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi — nell'annuncio del Vangelo — con le nuove sfide che il Popolo cinese deve affrontare.<br />La Parola di Dio ci aiuta, ancora una volta, a scoprire il senso misterioso e profondo del cammino della Chiesa nel mondo. Infatti, « una delle principali visioni dell'Apocalisse ha per oggetto [l']Agnello nell'atto di aprire un libro, prima chiuso con sette sigilli che nessuno era in grado di sciogliere. Giovanni è addirittura presentato nell'atto di piangere, perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo (cfr Ap 5, 4). La storia rimane indecifrabile, incomprensibile. Nessuno può leggerla. Forse questo pianto di Giovanni davanti al mistero della storia così oscuro esprime lo sconcerto delle Chiese asiatiche per il silenzio di Dio di fronte alle persecuzioni a cui erano esposte in quel momento. È uno sconcerto nel quale può ben riflettersi il nostro sbigottimento di fronte alle gravi difficoltà, incomprensioni e ostilità che pure oggi la Chiesa soffre in varie parti del mondo. Sono sofferenze che la Chiesa certo non si merita, così come Gesù stesso non meritò il suo supplizio. Esse però rivelano sia la malvagità dell'uomo, quando si abbandona alle suggestioni del male, sia la superiore conduzione degli avvenimenti da parte di Dio ».8<br />Oggi, come ieri, annunciare il Vangelo significa annunciare e testimoniare Gesù Cristo crocifisso e risorto, l'Uomo nuovo, vincitore del peccato e della morte. Egli permette agli esseri umani di entrare in una nuova dimensione, dove la misericordia e l'amore rivolto anche al nemico testimoniano la vittoria della Croce su ogni debolezza e miseria umana. Anche nel vostro Paese, l'annuncio di Cristo crocifisso e risorto sarà possibile nella misura in cui con fedeltà al Vangelo, nella comunione con il Successore dell'Apostolo Pietro e con la Chiesa universale, saprete realizzare i segni dell'amore e dell'unità (« come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. [...] Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato »: Gv 13, 34-35; 17, 21).<br />Disponibilità a un dialogo rispettoso e costruttivo<br />4. Come Pastore universale della Chiesa, desidero manifestare viva riconoscenza al Signore per la sofferta testimonianza di fedeltà, offerta dalla comunità cattolica cinese in circostanze veramente difficili. Nello stesso tempo sento, come mio intimo ed irrinunciabile dovere e come espressione del mio amore di padre, l'urgenza di confermare nella fede i cattolici cinesi e di favorire la loro unità con i mezzi che sono propri della Chiesa.<br />Seguo con particolare interesse anche le vicende di tutto il Popolo cinese, verso il quale nutro un vivo apprezzamento e sentimenti di amicizia, sino a formulare l'auspicio « di vedere presto instaurate vie concrete di comunicazione e di collaborazione fra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese », poiché « l'amicizia si nutre di contatti, di condivisione di sentimenti nelle situazioni liete e tristi, di solidarietà, di scambio di aiuto ».9 Ed è in tale prospettiva che il mio venerato Predecessore aggiungeva: « Non è un mistero per nessuno che la Santa Sede, a nome dell'intera Chiesa cattolica e — credo — a vantaggio di tutta l'umanità, auspica l'apertura di uno spazio di dialogo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, in cui, superate le incomprensioni del passato, si possa lavorare insieme per il bene del Popolo cinese e per la pace nel mondo ».10<br />Sono consapevole che la normalizzazione dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese richiede tempo e presuppone la buona volontà delle due Parti. Dal canto suo, la Santa Sede rimane sempre aperta alle trattative, necessarie per superare il difficile momento presente.<br />Questa pesante situazione di malintesi e di incomprensione, infatti, non giova né alle Autorità cinesi né alla Chiesa cattolica in Cina. Come ha dichiarato il Papa Giovanni Paolo II ricordando quanto padre Matteo Ricci scriveva da Pechino,11 « anche la Chiesa cattolica di oggi non chiede alla Cina e alle sue Autorità politiche nessun privilegio, ma unicamente di poter riprendere il dialogo, per giungere a una relazione intessuta di reciproco rispetto e di approfondita conoscenza ».12 Lo sappia la Cina: la Chiesa cattolica ha il vivo proposito di offrire, ancora una volta, un umile e disinteressato servizio, in ciò che le compete, per il bene dei cattolici cinesi e per quello di tutti gli abitanti del Paese.<br />Per quanto concerne poi i rapporti tra la comunità politica e la Chiesa in Cina, giova ricordare l'illuminante insegnamento del Concilio Vaticano II che dichiara: « La Chiesa, che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, non si identifica in nessun modo con la comunità politica e non è legata a nessun sistema politico, è ad un tempo segno e tutela della trascendenza della persona umana ». E così continua: « Nel proprio campo, la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l'una dall'altra. Però tutte e due, sebbene a titolo diverso, sono al servizio della vocazione personale e sociale dei medesimi uomini. Esse svolgeranno questo loro servizio a vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace quanto meglio entrambe coltivano una sana collaborazione tra di loro, considerando anche le circostanze di luogo e di tempo ».13<br />Pertanto, anche la Chiesa cattolica che è in Cina ha la missione non di cambiare la struttura o l'amministrazione dello Stato, bensì di annunziare agli uomini il Cristo, Salvatore del mondo, appoggiandosi — nel compimento del proprio apostolato — sulla potenza di Dio. Come ricordavo nella mia Enciclica <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_sp.html">Deus caritas est</a>, « la Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via dell'argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi e prosperare. La società giusta non può essere opera della Chiesa, ma deve essere realizzata dalla politica. Tuttavia l'adoperarsi per la giustizia lavorando per l'apertura dell'intelligenza e della volontà alle esigenze del bene la interessa profondamente ».14<br />Alla luce di questi irrinunciabili principi, la soluzione dei problemi esistenti non può essere perseguita attraverso un permanente conflitto con le legittime Autorità civili; nello stesso tempo, però, non è accettabile un'arrendevolezza alle medesime quando esse interferiscano indebitamente in materie che riguardano la fede e la disciplina della Chiesa. Le Autorità civili sono ben consapevoli che la Chiesa, nel suo insegnamento, invita i fedeli ad essere buoni cittadini, collaboratori rispettosi e attivi del bene comune nel loro Paese, ma è altresì chiaro che essa chiede allo Stato di garantire ai medesimi cittadini cattolici il pieno esercizio della loro fede, nel rispetto di un'autentica libertà religiosa.<br />Comunione tra le Chiese particolari nella Chiesa universale<br />5. Chiesa cattolica in Cina, piccolo gregge presente ed operante nella vastità di un immenso Popolo che cammina nella storia, come risuonano incoraggianti e provocanti per te le parole di Gesù: « Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno » (Lc 12, 32)! « Voi siete il sale della terra, [...] la luce del mondo »: perciò « risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli » (Mt 5, 13.14.16).<br />Nella Chiesa cattolica che è in Cina si fa presente la Chiesa universale, la Chiesa di Cristo, che nel Simbolo confessiamo una, santa, cattolica ed apostolica, vale a dire l'universale comunità dei discepoli del Signore.<br />Come voi sapete, la profonda unità, che lega fra di loro le Chiese particolari esistenti in Cina e che le pone in intima comunione anche con tutte le altre Chiese particolari sparse per il mondo, è radicata, oltre che nella stessa fede e nel comune Battesimo, soprattutto nell'Eucaristia e nell'Episcopato.15 E l'unità dell'Episcopato, di cui « il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento »,16 continua lungo i secoli mediante la successione apostolica ed è fondamento anche dell'identità della Chiesa di ogni tempo con la Chiesa edificata da Cristo su Pietro e sugli altri Apostoli.17<br />La dottrina cattolica insegna che il Vescovo è principio e fondamento visibile dell'unità nella Chiesa particolare, affidata al suo ministero pastorale.18 Ma in ogni Chiesa particolare, affinché essa sia pienamente Chiesa, deve essere presente la suprema autorità della Chiesa, vale a dire il Collegio episcopale insieme con il suo Capo il Romano Pontefice, e mai senza di esso. Pertanto il ministero del Successore di Pietro appartiene all'essenza di ogni Chiesa particolare dal « di dentro ».19 Inoltre, la comunione di tutte le Chiese particolari nell'unica Chiesa cattolica e, quindi, l'ordinata comunione gerarchica di tutti i Vescovi, successori degli Apostoli, con il Successore di Pietro, sono garanzia dell'unità della fede e della vita di tutti i cattolici. È perciò indispensabile, per l'unità della Chiesa nelle singole nazioni, che ogni Vescovo sia in comunione con gli altri Vescovi, e che tutti siano in comunione visibile e concreta con il Papa.<br />Nessuno nella Chiesa è straniero, ma tutti sono cittadini dello stesso Popolo, membri dello stesso Corpo Mistico di Cristo. Vincolo di comunione sacramentale è l'Eucaristia, garantita dal ministero dei Vescovi e dei presbiteri.20<br />Tutta la Chiesa che è in Cina è chiamata a vivere e a manifestare questa unità in una più ricca spiritualità di comunione, che, tenendo conto delle complesse situazioni concrete in cui la comunità cattolica si trova, cresca anche in un'armonica comunione gerarchica. Pertanto, Pastori e fedeli sono chiamati a difendere e a salvaguardare ciò che appartiene alla dottrina e alla tradizione della Chiesa.<br />Tensioni e divisioni all'interno della Chiesa: perdono e riconciliazione<br />6. Rivolgendosi a tutta la Chiesa con la Lettera Apostolica <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_20010106_novo-millennio-ineunte_it.html">Novo millennio ineunte</a>, il mio venerato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, affermava che un « grande ambito in cui occorrerà esprimere un deciso impegno programmatico, a livello di Chiesa universale e di Chiese particolari, [è] quello della comunione (koinonía) che incarna e manifesta l'essenza stessa del mistero della Chiesa. La comunione è il frutto e la manifestazione di quell'amore che, sgorgando dal cuore dell'eterno Padre, si riversa in noi attraverso lo Spirito che Gesù ci dona (cfr Rm 5, 5), per fare di tutti noi “un cuore solo e un'anima sola” (At 4, 32). È realizzando questa comunione di amore che la Chiesa si manifesta come “sacramento”, ossia “segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano”. Le parole del Signore, a questo proposito, sono troppo precise per poterne ridurre la portata. Tante cose, anche nel nuovo secolo, saranno necessarie per il cammino storico della Chiesa; ma se mancherà la carità (agape), tutto sarà inutile. È lo stesso apostolo Paolo a ricordarcelo nell'inno alla carità: se anche parlassimo le lingue degli uomini e degli angeli, e avessimo una fede “da trasportare le montagne”, ma poi mancassimo della carità, tutto sarebbe “nulla” (cfr 1 Cor 13, 2). La carità è davvero il “cuore” della Chiesa ».21<br />Queste indicazioni, che riguardano la natura stessa della Chiesa universale, hanno un particolare significato per la Chiesa che è in Cina. A voi, infatti, non sfuggono i problemi, che essa sta affrontando per superare — al suo interno e nei suoi rapporti con la società civile cinese — tensioni, divisioni e recriminazioni.<br />A questo proposito, già l'anno scorso, parlando della Chiesa nascente, ebbi modo di ricordare che « la comunità dei discepoli conosce fin dagli inizi non solo la gioia dello Spirito Santo, la grazia della verità e dell'amore, ma anche la prova, costituita soprattutto dai contrasti circa le verità di fede, con le conseguenti lacerazioni della comunione. Come la comunione dell'amore esiste sin dall'inizio e vi sarà fino alla fine (cfr 1 Gv 1, 1ss), così purtroppo fin dall'inizio subentra anche la divisione. Non dobbiamo meravigliarci che essa esista anche oggi [...]. Quindi c'è sempre il pericolo, nelle vicende del mondo e anche nelle debolezze della Chiesa, di perdere la fede, e così anche di perdere l'amore e la fraternità. È quindi un preciso dovere di chi crede alla Chiesa dell'amore e vuol vivere in essa, riconoscere anche questo pericolo ».22<br />La storia della Chiesa ci insegna, poi, che non si esprime un'autentica comunione senza un travagliato sforzo di riconciliazione.23 Infatti, la purificazione della memoria, il perdono di chi ha fatto del male, la dimenticanza dei torti subiti e la rappacificazione dei cuori nell'amore, da realizzare nel nome di Gesù crocifisso e risorto, possono esigere il superamento di posizioni o visioni personali, nate da esperienze dolorose o difficili, ma sono passi urgenti da compiere per accrescere e manifestare i legami di comunione tra i fedeli e i Pastori della Chiesa in Cina.<br />Perciò, già il mio venerato Predecessore vi aveva rivolto, a più riprese, un pressante invito al perdono e alla riconciliazione. Al riguardo, mi piace richiamare un passo del messaggio che egli vi inviò all'approssimarsi dell'Anno Santo del 2000: « Preparandovi alla celebrazione del Grande Giubileo, ricordate che nella tradizione biblica un tale momento ha sempre portato con sé l'obbligo di condonare i debiti gli uni agli altri, di riparare le ingiustizie commesse e di riconciliarsi con il vicino. Anche a voi è stata annunciata la “grande gioia preparata per tutti i popoli”: l'amore e la misericordia del Padre, la Redenzione operata in Cristo. Nella misura in cui voi stessi sarete disponibili ad accettare tale gioioso annuncio, potrete trasmetterlo, con la vostra vita, a tutti gli uomini e le donne che vi sono accanto. E il mio desiderio più ardente è che assecondiate gli interiori suggerimenti dello Spirito Santo perdonandovi gli uni gli altri tutto ciò che deve essere perdonato, avvicinandovi l'uno all'altro, accettandovi reciprocamente, superando le barriere per andare al di là di tutto ciò che può dividervi. Non dimenticate la parola di Gesù durante l'Ultima Cena: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). Ho appreso con gioia che volete offrire, come dono più prezioso per la celebrazione del Grande Giubileo, l'unità tra di voi e con il Successore di Pietro. Un tale proposito non può che essere frutto dello Spirito, che conduce la Sua Chiesa sui non facili cammini della riconciliazione e dell'unità ».24<br />Tutti siamo consapevoli del fatto che questo cammino non potrà compiersi dall'oggi al domani, ma siate certi che la Chiesa intera eleverà un'insistente preghiera per voi a tale scopo.<br />Tenete inoltre presente che il vostro cammino di riconciliazione è sostenuto dall'esempio e dalla preghiera di tanti « testimoni della fede » che hanno sofferto e hanno perdonato, offrendo la loro vita per l'avvenire della Chiesa cattolica in Cina. La loro stessa esistenza rappresenta una permanente benedizione per voi presso il Padre celeste e la loro memoria non mancherà di produrre frutti abbondanti.<br />Comunità ecclesiali e organismi statali: rapporti da vivere nella verità e nella carità<br />7. Un'attenta analisi della già menzionata dolorosa situazione di forti contrasti (cfr n. 6), che vede coinvolti fedeli laici e Pastori, mette in evidenza, tra le varie cause, il ruolo significativo svolto da organismi, che sono stati imposti come principali responsabili della vita della comunità cattolica. Ancora oggi, infatti, il riconoscimento da parte di detti organismi è il criterio per dichiarare una comunità, una persona o un luogo religioso, legali e quindi « ufficiali ». Tutto questo ha causato divisioni sia tra il clero sia tra i fedeli. È una situazione, che dipende soprattutto da fattori esterni alla Chiesa, ma che ne ha condizionato seriamente il cammino, dando adito anche a sospetti, accuse reciproche e denunce, e che continua ad essere una sua preoccupante debolezza.<br />Per quanto riguarda la delicata questione dei rapporti da intrattenere con gli organismi dello Stato, è particolarmente illuminante l'invito del Concilio Vaticano II a seguire la parola e il modo di agire di Gesù Cristo. Egli infatti, « non volendo essere un messia politico e dominatore con la forza,25 preferì chiamarsi Figlio dell'Uomo, venuto “per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Si presentò come il perfetto Servo di Dio,26 che “non spezzerà la canna infranta e non spegnerà il lucignolo fumigante” (Mt 12, 20). Riconobbe l'autorità civile e i suoi diritti, comandando di pagare il tributo a Cesare; ammonì però chiaramente che vanno rispettati i superiori diritti di Dio: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22, 21). Infine completò la sua rivelazione consumando sulla croce l'opera della redenzione, con la quale meritare agli uomini la salvezza e la vera libertà. Rese testimonianza alla verità,27 ma non volle imporla con la forza ai contestatori. Il suo Regno non si difende con la spada,28 ma si stabilisce testimoniando ed ascoltando la Verità, e si dilata con l'amore, con il quale Cristo, esaltato sulla Croce, attira a sé gli uomini (cfr Gv 12, 32) ».29<br />Verità e amore sono le due colonne portanti della vita della comunità cristiana. Per questo motivo ricordavo che « la Chiesa dell'amore è anche la Chiesa della verità, intesa anzitutto come fedeltà al Vangelo affidato dal Signore Gesù ai suoi. [...] Ma la famiglia dei figli di Dio, per vivere nell'unità e nella pace, ha bisogno di chi la custodisca nella verità e la guidi con discernimento sapiente e autorevole: è ciò che è chiamato a fare il ministero degli Apostoli. E qui arriviamo ad un punto importante. La Chiesa è tutta dello Spirito, ma ha una struttura, la successione apostolica, cui spetta la responsabilità di garantire il permanere della Chiesa nella verità donata da Cristo, dalla quale viene anche la capacità dell'amore. [...] Gli Apostoli e i loro successori sono pertanto i custodi e i testimoni autorevoli del deposito della verità consegnato alla Chiesa, come sono anche i ministri della carità: due aspetti che vanno insieme. [...] La verità e l'amore sono due volti dello stesso dono, che viene da Dio e che grazie al ministero apostolico è custodito nella Chiesa e ci raggiunge fino al nostro presente! ».30<br />Perciò il Concilio Vaticano II sottolinea che « il rispetto e l'amore devono estendersi anche a coloro che pensano o agiscono diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché quanto più con onestà e carità saremo intimamente comprensivi verso il loro modo di pensare, tanto più facilmente potremo instaurare il dialogo con loro ». Ma, ci ammonisce il medesimo Concilio, « questa carità e amabilità non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene ».31<br />Considerando « il disegno originario di Gesù »,32 risulta evidente che la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei Vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale, non corrisponde alla dottrina cattolica, secondo la quale la Chiesa è « apostolica », come ha ribadito anche il Concilio Vaticano II. La Chiesa è apostolica « per la sua origine, essendo costruita sul “fondamento degli Apostoli” (Ef 2, 20); per il suo insegnamento, che è quello stesso degli Apostoli; per la sua struttura, in quanto istruita, santificata e governata, fino al ritorno di Cristo, dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i Vescovi, in comunione con il successore di Pietro ».33 Pertanto, in ogni singola Chiesa particolare, solo « il Vescovo diocesano pasce nel nome del Signore il gregge a lui affidato come Pastore proprio, ordinario e immediato » 34 e, a livello nazionale, soltanto una legittima Conferenza Episcopale può formulare orientamenti pastorali, validi per l'intera comunità cattolica del Paese interessato.35<br />Anche la dichiarata finalità dei suddetti organismi di attuare « i principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa »,36 è inconciliabile con la dottrina cattolica, che fin dagli antichi Simboli di fede professa la Chiesa « una, santa, cattolica e apostolica ».<br />Alla luce dei principi suesposti, i Pastori e i fedeli laici ricorderanno che la predicazione del Vangelo, la catechesi e l'opera caritativa, l'azione liturgica e cultuale, nonché tutte le scelte pastorali, competono unicamente ai Vescovi insieme con i loro sacerdoti nella continuità permanente della fede, trasmessa dagli Apostoli nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e perciò non possono essere soggette a nessuna interferenza esterna.<br />Attesa tale difficile situazione, non pochi membri della comunità cattolica si domandano se il riconoscimento da parte delle Autorità civili — necessario per operare pubblicamente — comprometta in qualche modo la comunione con la Chiesa universale. So bene che questa problematica inquieta dolorosamente il cuore dei Pastori e dei fedeli. Al riguardo ritengo, in primo luogo, che la doverosa e strenua salvaguardia del deposito della fede e della comunione sacramentale e gerarchica non si opponga, di per sé, al dialogo con le Autorità circa quegli aspetti della vita della comunità ecclesiale che ricadono nell'ambito civile. Non si vedono poi particolari difficoltà per l'accettazione del riconoscimento concesso dalle Autorità civili, a condizione che esso non comporti la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica. In non pochi casi concreti, però, se non quasi sempre, nella procedura di riconoscimento intervengono organismi che obbligano le persone coinvolte ad assumere atteggiamenti, a porre gesti e a prendere impegni che sono contrari ai dettami della loro coscienza di cattolici. Comprendo, perciò, come in tali varie condizioni e circostanze sia difficile determinare la scelta corretta da fare. Per questo motivo la Santa Sede, dopo avere riaffermato i principi, lascia la decisione al singolo Vescovo che, sentito il suo presbiterio, è meglio in grado di conoscere la situazione locale, di soppesare le concrete possibilità di scelta e di valutare le eventuali conseguenze all'interno della comunità diocesana. Potrebbe darsi che la decisione finale non incontri il consenso di tutti i sacerdoti e i fedeli. Mi auguro, tuttavia, che essa venga accolta, anche se con sofferenza, e che si mantenga l'unità della comunità diocesana col proprio Pastore.<br />Sarà bene, infine, che Vescovi e presbiteri, con vero cuore di pastori, si adoperino in tutti i modi per non dare adito a situazioni di scandalo, cogliendo le occasioni per formare la coscienza dei fedeli, con particolare attenzione ai più deboli: il tutto sarà vissuto nella comunione e nella comprensione fraterna, evitando giudizi e condanne reciproche. Anche in questo caso si deve tener presente che, specialmente in assenza di un vero spazio di libertà, per valutare la moralità di un atto occorre conoscere con particolare cura le reali intenzioni della persona interessata, oltre alla mancanza oggettiva. Ogni caso dovrà essere, quindi, vagliato singolarmente, tenendo conto delle circostanze.<br />L'Episcopato cinese<br />8. Nella Chiesa, Popolo di Dio, solo ai sacri ministri, debitamente ordinati dopo un'adeguata istruzione e formazione, spetta l'esercizio dell'ufficio di « insegnare, santificare e governare ». Fedeli laici possono, con la missione canonica da parte del Vescovo, svolgere un utile ministero ecclesiale di trasmissione della fede.<br />Negli anni recenti, per varie cause, voi, Fratelli nell'episcopato, avete incontrato difficoltà, poiché persone non « ordinate », e a volte anche non battezzate, controllano e prendono decisioni circa importanti questioni ecclesiali, inclusa la nomina dei Vescovi, in nome di vari organismi statali. Di conseguenza, si è assistito a uno svilimento dei ministeri petrino ed episcopale in forza di una visione della Chiesa, secondo la quale il Sommo Pontefice, i Vescovi e i sacerdoti, rischiano di diventare di fatto persone senza ufficio e senza potere. Invece, come si diceva, i ministeri petrino ed episcopale sono elementi essenziali e integrali della dottrina cattolica sulla struttura sacramentale della Chiesa. Questa natura della Chiesa è un dono del Signore Gesù, perché « è lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ef 4, 11-13).<br />La comunione e l'unità — mi sia consentito di ripeterlo (cfr n. 5) — sono elementi essenziali e integrali della Chiesa cattolica: pertanto il progetto di una Chiesa « indipendente », in ambito religioso, dalla Santa Sede è incompatibile con la dottrina cattolica.<br />Sono consapevole delle gravi difficoltà, alle quali dovete far fronte nella suddetta situazione per mantenervi fedeli a Cristo, alla sua Chiesa e al Successore di Pietro. Ricordandovi che — come già affermava san Paolo (cfr Rm 8, 35-39) — nessuna difficoltà può separarci dall'amore di Cristo, nutro la fiducia che saprete fare tutto il possibile, confidando nella grazia del Signore, per salvaguardare l'unità e la comunione ecclesiale anche a costo di grandi sacrifici.<br />Molti membri dell'Episcopato cinese, che in questi ultimi decenni hanno guidato la Chiesa, hanno offerto, e offrono, alle proprie comunità e alla Chiesa universale una luminosa testimonianza. Ancora una volta, sgorga dal cuore un inno di lode e di ringraziamento al « Pastore supremo » del gregge (1 Pt 5, 4): non si può infatti dimenticare che molti di loro hanno subito la persecuzione e sono stati impediti nell'esercizio del loro ministero, e alcuni di loro hanno reso feconda la Chiesa con l'effusione del proprio sangue. I nuovi tempi e la conseguente sfida della nuova evangelizzazione pongono in risalto la funzione del ministero episcopale. Come diceva Giovanni Paolo II ai Pastori di ogni parte del mondo convenuti a Roma per la celebrazione del Giubileo, « il Pastore è il primo responsabile e animatore della comunità ecclesiale sia nell'esigenza di comunione che nella proiezione missionaria. Di fronte al relativismo e al soggettivismo che inquinano tanta parte della cultura contemporanea, i Vescovi sono chiamati a difendere e promuovere l'unità dottrinale dei loro fedeli. Solleciti per ogni situazione in cui la fede è smarrita o ignorata, essi si adoperano con tutte le forze in favore dell'evangelizzazione, preparando a tal fine sacerdoti, religiosi e laici e mettendo a disposizione le necessarie risorse ».37<br />Nella medesima occasione il mio venerato Predecessore ricordava che « il Vescovo, successore degli Apostoli, è uno per il quale Cristo è tutto. Con Paolo egli può ripetere ogni giorno: “Per me vivere è Cristo... (Fil 1, 21)”. Questo egli deve testimoniare con tutto il suo comportamento. Il Concilio Vaticano II insegna: “I Vescovi devono compiere il loro dovere apostolico come testimoni di Cristo davanti a tutti gli uomini” (Decr. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651028_christus-dominus_it.html">Christus Dominus</a>, 11) ».38<br />Riguardo poi al servizio episcopale, colgo l'occasione per ricordare quanto dicevo recentemente: « I Vescovi hanno la prima responsabilità di edificare la Chiesa come famiglia di Dio e come luogo di aiuto vicendevole e di disponibilità. Per poter compiere questa missione, avete ricevuto, con la consacrazione episcopale, tre peculiari uffici: il munus docendi, il munus sanctificandi e il munus regendi, che nel loro insieme costituiscono il munus pascendi. In particolare, la finalità del munus regendi è la crescita nella comunione ecclesiale, cioè la costruzione di una comunità concorde nell'ascolto dell'insegnamento degli apostoli, nella frazione del pane, nelle preghiere e nell'unione fraterna. Strettamente congiunto con gli uffici di insegnare e di santificare, quello di governare — il munus regendi appunto — costituisce per il Vescovo un autentico atto di amore verso Dio e verso il prossimo che si esprime nella carità pastorale ».39<br />Come avviene nel resto del mondo, anche in Cina la Chiesa è governata da Vescovi che, mediante l'ordinazione episcopale a loro conferita da altri Vescovi validamente ordinati, hanno ricevuto, insieme con l'ufficio di santificare, pure gli uffici di insegnare e di governare il popolo loro affidato nelle rispettive Chiese particolari, con una potestà che viene conferita da Dio mediante la grazia del sacramento dell'Ordine. Gli uffici di insegnare e di governare, però, « per loro natura, non possono essere esercitati se non nella comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio » dei Vescovi.40 Infatti — precisa il medesimo Concilio Vaticano II — « una persona viene costituita membro del Corpo episcopale in virtù della consacrazione sacramentale e della comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio ».41<br />Attualmente, tutti i Vescovi della Chiesa cattolica in Cina sono figli del Popolo cinese. Nonostante molte e gravi difficoltà, la Chiesa cattolica in Cina, per una particolare grazia dello Spirito Santo, non è stata mai privata del ministero di legittimi Pastori che hanno conservato intatta la successione apostolica. Dobbiamo ringraziare il Signore per questa presenza costante e sofferta di Vescovi, che hanno ricevuto l'ordinazione episcopale in conformità con la tradizione cattolica, vale a dire in comunione con il Vescovo di Roma, Successore di Pietro, e per mano di Vescovi, validamente e legittimamente ordinati, nell'osservanza del rito della Chiesa cattolica.<br />Alcuni di essi, non volendo sottostare a un indebito controllo, esercitato sulla vita della Chiesa, e desiderosi di mantenere una piena fedeltà al Successore di Pietro e alla dottrina cattolica, si sono visti costretti a farsi consacrare clandestinamente. La clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa, e la storia mostra che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede e di non accettare ingerenze di organismi statali in ciò che tocca l'intimo della vita della Chiesa. Per tale motivo la Santa Sede auspica che questi legittimi Pastori possano essere riconosciuti come tali dalle Autorità governative anche per gli effetti civili — in quanto necessari — e che i fedeli tutti possano esprimere liberamente la propria fede nel contesto sociale in cui si trovano a vivere.<br />Altri Pastori, invece, sotto la spinta di circostanze particolari hanno acconsentito a ricevere l'ordinazione episcopale senza il mandato pontificio ma, in seguito, hanno chiesto di poter essere accolti nella comunione con il Successore di Pietro e con gli altri Fratelli nell'episcopato. Il Papa, considerando la sincerità dei loro sentimenti e la complessità della situazione, e tenendo presente il parere dei Vescovi viciniori, in virtù della propria responsabilità di Pastore universale della Chiesa ha concesso ad essi il pieno e legittimo esercizio della giurisdizione episcopale. Questa iniziativa del Papa nasceva dalla conoscenza delle particolari circostanze della loro ordinazione e dalla sua profonda preoccupazione pastorale di favorire il ristabilimento di una piena comunione. Purtroppo, il più delle volte, i sacerdoti e i fedeli non sono stati adeguatamente informati dell'avvenuta legittimazione del loro Vescovo, e ciò ha dato luogo a non pochi e gravi problemi di coscienza. Per di più, alcuni Vescovi legittimati non hanno posto gesti, che comprovassero chiaramente l'avvenuta legittimazione. Per questo motivo è indispensabile che, per il bene spirituale delle comunità diocesane interessate, l'avvenuta legittimazione possa essere resa di pubblico dominio a tempi brevi e che i Presuli legittimati pongano sempre di più gesti inequivocabili di piena comunione con il Successore di Pietro.<br />Non mancano infine alcuni Vescovi — in un numero molto ridotto — che sono stati ordinati senza il mandato pontificio e non hanno chiesto, o non hanno ancora ottenuto, la necessaria legittimazione. Secondo la dottrina della Chiesa cattolica essi sono da ritenere illegittimi, ma validamente ordinati, qualora ci sia la certezza che hanno ricevuto l'ordinazione da Vescovi validamente ordinati e che è stato rispettato il rito cattolico dell'ordinazione episcopale. Essi pertanto, pur non essendo in comunione con il Papa, esercitano validamente il loro ministero nell'amministrazione dei sacramenti, anche se in modo illegittimo. Quale grande ricchezza spirituale ne deriverebbe per la Chiesa in Cina se, in presenza delle necessarie condizioni, anche questi Pastori pervenissero alla comunione con il Successore di Pietro e con tutto l'Episcopato cattolico! Non solo sarebbe legittimato il loro ministero episcopale, ma anche risulterebbe più ricca la loro comunione con i sacerdoti e con i fedeli che considerano la Chiesa in Cina parte della Chiesa cattolica, unita con il Vescovo di Roma e con tutte le altre Chiese particolari sparse per il mondo.<br />Nelle singole nazioni tutti i Vescovi legittimi costituiscono una Conferenza Episcopale, retta secondo uno statuto proprio che, a norma del diritto canonico, deve essere approvato dalla Sede Apostolica. Tale Conferenza Episcopale esprime la comunione fraterna di tutti i Vescovi di una nazione e tratta le questioni dottrinali e pastorali, che sono rilevanti per l'intera comunità cattolica nel Paese, senza però interferire nell'esercizio della potestà ordinaria e immediata di ogni Vescovo nella sua diocesi propria. Inoltre, ogni Conferenza Episcopale mantiene opportuni e utili contatti con le Autorità civili del luogo, anche per favorire la collaborazione tra la Chiesa e lo Stato, ma è ovvio che una Conferenza Episcopale non può essere sottoposta a nessuna Autorità civile nelle questioni di fede e di vita secondo la fede (fides et mores, vita sacramentale), che sono esclusivamente di competenza della Chiesa.<br />Alla luce dei principi sopra esposti, l'attuale Collegio dei Vescovi Cattolici di Cina 42 non può essere riconosciuto come Conferenza Episcopale dalla Sede Apostolica: non ne fanno parte i Vescovi « clandestini », cioè non riconosciuti dal Governo, che sono in comunione con il Papa; include Presuli, che sono tuttora illegittimi, ed è retta da Statuti, che contengono elementi inconciliabili con la dottrina cattolica.<br />Nomina dei Vescovi<br />9. Com'è noto a tutti voi, uno dei problemi più delicati nei rapporti della Santa Sede con le Autorità del vostro Paese è la questione delle nomine episcopali. Da un lato, si può comprendere che le Autorità governative siano attente alla scelta di coloro che svolgeranno l'importante ruolo di guide e di pastori delle comunità cattoliche locali, attesi i risvolti sociali che — in Cina come nel resto del mondo — tale funzione ha anche nel campo civile. Dall'altro lato, la Santa Sede segue con speciale cura la nomina dei Vescovi poiché questa tocca il cuore stesso della vita della Chiesa in quanto la nomina dei Vescovi da parte del Papa è garanzia dell'unità della Chiesa e della comunione gerarchica. Per questo motivo il Codice di Diritto Canonico (cfr <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P51.HTM">can. 1382</a>) stabilisce gravi sanzioni sia per il Vescovo che conferisce liberamente l'ordinazione episcopale senza mandato apostolico sia per colui che la riceve: tale ordinazione rappresenta infatti una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina canonica.<br />Il Papa, quando concede il mandato apostolico per l'ordinazione di un Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità ed intervento, che rimangono nell'ambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di un'autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità.<br />La nomina di Pastori per una determinata comunità religiosa è intesa, anche in documenti internazionali, come un elemento costitutivo del pieno esercizio del diritto alla libertà religiosa.43 La Santa Sede amerebbe essere completamente libera nella nomina dei Vescovi; 44 pertanto, considerando il recente cammino peculiare della Chiesa in Cina, auspico che si trovi un accordo con il Governo per risolvere alcune questioni riguardanti sia la scelta dei candidati all'episcopato sia la pubblicazione della nomina dei Vescovi sia il riconoscimento — agli effetti civili in quanto necessari — del nuovo Vescovo da parte delle Autorità civili.<br />Infine, quanto alla scelta dei candidati all'episcopato, pur conoscendo le vostre difficoltà al riguardo, desidero ricordare la necessità che essi siano sacerdoti degni, rispettati ed amati dai fedeli, e modelli di vita nella fede, e che posseggano una certa esperienza nel ministero pastorale e siano perciò più adeguati a far fronte alla pesante responsabilità di Pastore della Chiesa.45 Qualora in una diocesi fosse impossibile trovare candidati adatti per la provvista della sede episcopale, la collaborazione con i Vescovi delle diocesi limitrofe può aiutare a individuare candidati idonei.<br />SECONDA PARTE<br />ORIENTAMENTI DI VITA PASTORALE<br /><br />Sacramenti, governo delle diocesi, parrocchie<br />10. Negli ultimi tempi sono emerse difficoltà, legate ad iniziative individuali di Pastori, di sacerdoti e di fedeli laici, che, mossi da generoso zelo pastorale, non sempre hanno rispettato i compiti o la responsabilità altrui.<br />A questo proposito il Concilio Vaticano II ci ricorda che, se da un lato i singoli Vescovi « in quanto membri del Collegio episcopale e legittimi successori degli Apostoli, sono tenuti, per istituzione e precetto di Cristo, ad avere una sollecitudine per tutta la Chiesa », dall'altro lato essi « esercitano il loro governo pastorale sopra la porzione del Popolo di Dio che è stata loro affidata, non sopra le altre Chiese né sopra la Chiesa universale ».46<br />Inoltre, di fronte a certe problematiche emerse in varie comunità diocesane durante gli ultimi anni, mi sembra doveroso ricordare la norma canonica secondo cui ogni chierico deve essere incardinato in una Chiesa particolare o in un Istituto di vita consacrata e deve esercitare il proprio ministero in comunione con il Vescovo Diocesano. Solo per giusti motivi un chierico può esercitare il ministero in un'altra diocesi, ma sempre con il previo accordo dei due Vescovi Diocesani, cioè di quello della Chiesa particolare in cui è incardinato e di quello della Chiesa particolare al cui servizio è destinato.47<br />In non poche circostanze, poi, vi siete posti il problema della concelebrazione dell'Eucaristia. Al riguardo, ricordo che essa presuppone, come condizioni, la professione della stessa fede e la comunione gerarchica con il Papa e con la Chiesa universale. Pertanto è lecito concelebrare con Vescovi e con sacerdoti che sono in comunione con il Papa, anche se sono riconosciuti dalle Autorità civili e mantengono un rapporto con organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, purché — come si è detto sopra (cfr n. 7, capov. 8o) — il riconoscimento e il rapporto non comportino la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica.<br />Anche i fedeli laici, che sono animati da un sincero amore per Cristo e per la Chiesa, non devono esitare a partecipare all'Eucaristia, celebrata da Vescovi e da sacerdoti che sono in piena comunione con il Successore di Pietro e sono riconosciuti dalle Autorità civili. Lo stesso vale per tutti gli altri sacramenti.<br />Sempre alla luce dei principi della dottrina cattolica devono essere risolti i problemi che sorgono con quei Vescovi, che sono stati consacrati senza il mandato pontificio, sia pure nel rispetto del rito cattolico dell'ordinazione episcopale. La loro ordinazione — come ho già detto (cfr n. 8, capov. 12o) — è illegittima ma valida, così come sono valide le ordinazioni sacerdotali da loro conferite e sono validi anche i sacramenti amministrati da tali Vescovi e sacerdoti. Pertanto i fedeli, tenendo presente ciò, per la celebrazione eucaristica e per gli altri sacramenti devono, nella misura del possibile, cercare Vescovi e sacerdoti che sono in comunione con il Papa: tuttavia, quando ciò non fosse realizzabile senza loro grave incomodo, possono, per esigenza del loro bene spirituale, rivolgersi anche a coloro che non sono in comunione con il Papa.<br />Reputo infine opportuno attirare la vostra attenzione su quanto la legislazione canonica prevede per aiutare i Vescovi Diocesani ad assolvere il proprio compito pastorale. Ogni Vescovo Diocesano è invitato a servirsi di indispensabili strumenti di comunione e di collaborazione all'interno della comunità cattolica diocesana: la curia diocesana, il consiglio presbiterale, il collegio dei consultori, il consiglio pastorale diocesano e il consiglio diocesano per gli affari economici. Questi organismi esprimono la comunione, favoriscono la condivisione delle responsabilità comuni e sono di grande aiuto ai Pastori, che possono così avvalersi della fraterna collaborazione di sacerdoti, di persone consacrate e di fedeli laici.<br />Lo stesso vale per i vari consigli, che il Diritto Canonico prevede per le parrocchie: il consiglio pastorale parrocchiale ed il consiglio parrocchiale per gli affari economici.<br />Tanto per le diocesi quanto per le parrocchie, particolare attenzione dovrà essere riservata ai beni temporali della Chiesa, mobili ed immobili, che dovranno essere registrati legalmente in campo civile a nome della diocesi o della parrocchia e mai a nome di singole persone (cioè Vescovo, parroco o gruppo di fedeli). Nel contempo mantiene tutta la sua validità il tradizionale orientamento pastorale e missionario, che si riassume nel principio: « nihil sine Episcopo ».<br />Dall'analisi delle suesposte problematiche emerge con chiarezza che una vera soluzione di esse ha la sua radice nella promozione della comunione, che attinge vigore e slancio, come da fonte, da Cristo, icona dell'amore del Padre. La carità, che è sempre al di sopra di tutto (cfr 1 Cor 13, 1-12), sarà la forza ed il criterio nel lavoro pastorale per la costruzione di una comunità ecclesiale, che renda presente il Cristo Risorto all'uomo di oggi.<br />Le province ecclesiastiche<br />11. Numerosi cambiamenti amministrativi sono avvenuti, in campo civile, durante gli ultimi cinquant'anni. Ciò ha coinvolto anche diverse circoscrizioni ecclesiastiche, che sono state eliminate o raggruppate oppure sono state modificate nella loro configurazione territoriale in base alle circoscrizioni amministrative civili. A questo proposito desidero confermare che la Santa Sede è disponibile ad affrontare l'intera questione delle circoscrizioni e delle province ecclesiastiche in un dialogo aperto e costruttivo con l'Episcopato cinese e — in quanto opportuno e utile — con le Autorità governative.<br />Le comunità cattoliche<br />12. Mi è ben noto che le comunità diocesane e parrocchiali, disseminate nel vasto territorio cinese, mostrano una particolare vivacità di vita cristiana, di testimonianza della fede e di iniziative pastorali. È per me consolante costatare che, malgrado le difficoltà passate e presenti, i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate ed i fedeli laici hanno mantenuto una profonda consapevolezza di essere membra vive della Chiesa universale, in comunione di fede e di vita con tutte le comunità cattoliche sparse per il mondo. Essi sanno, nel loro cuore, che cosa vuol dire essere cattolici. Ed è proprio da questo cuore cattolico che deve nascere anche l'impegno per rendere manifesto ed operoso, sia all'interno delle singole comunità sia nei rapporti tra le varie comunità, quello spirito di comunione, di comprensione e di perdono che — com'è detto sopra (cfr n. 5, capov. 4o, e n. 6) — è il sigillo visibile di un'autentica esistenza cristiana. Sono sicuro che lo Spirito di Cristo, come ha aiutato le comunità a mantenere viva la fede in tempo di persecuzione, aiuterà oggi tutti i cattolici a crescere nell'unità.<br />Come già facevo presente (cfr n. 2, capov. 1o, e n. 4, capov. 1o), ai membri delle comunità cattoliche nel vostro Paese — specialmente ai Vescovi, ai presbiteri e alle persone consacrate — non è purtroppo ancora concesso di vivere e di esprimere, in pienezza e in modo anche visibile, certi aspetti della loro appartenenza alla Chiesa e della loro comunione gerarchica con il Papa, essendo normalmente impediti liberi contatti con la Santa Sede e con le altre comunità cattoliche nei vari Paesi. È vero che negli ultimi anni la Chiesa gode, rispetto al passato, di una maggiore libertà religiosa. Tuttavia non si può negare che permangono gravi limitazioni che toccano il cuore della fede e che, in certa misura, soffocano l'attività pastorale. A questo proposito rinnovo l'augurio (cfr n. 4, capovv. 2o-4o) che, nel corso di un dialogo rispettoso ed aperto tra la Santa Sede e i Vescovi cinesi, da una parte, e le Autorità governative, dall'altra, possano essere superate le menzionate difficoltà e si pervenga, così, ad una proficua intesa che sarà a vantaggio della comunità cattolica e della convivenza sociale.<br />I presbiteri<br />13. Vorrei poi rivolgere un pensiero speciale e un invito ai sacerdoti — in modo particolare a quelli ordinati negli ultimi anni —, che con tanta generosità hanno intrapreso il cammino del ministero pastorale. Mi sembra che l'attuale situazione ecclesiale e socio-politica renda sempre più pressante l'esigenza di attingere luce e forza alle sorgenti della spiritualità sacerdotale, che sono l'amore di Dio, l'incondizionata sequela di Cristo, la passione per l'annuncio del Vangelo, la fedeltà alla Chiesa e il servizio generoso al prossimo.48 Come non ricordare a questo proposito, quale incoraggiamento per tutti, le figure luminose di Vescovi e di sacerdoti che, negli anni difficili del recente passato, hanno testimoniato un amore indefettibile alla Chiesa, anche con il dono della propria vita per essa e per Cristo?<br />Sacerdoti carissimi! Voi che sopportate « il peso della giornata e il caldo » (Mt 20, 12), che avete messo mano all'aratro e non vi volgete indietro (cfr Lc 9, 62), pensate a quei luoghi, dove i fedeli attendono con ansia un sacerdote e dove da molti anni, sentendo la sua mancanza, non cessano di auspicarne la presenza. So bene che in mezzo a voi ci sono confratelli che hanno dovuto far fronte a tempi e a situazioni difficili, assumendo posizioni non sempre condivisibili da un punto di vista ecclesiale, e che, malgrado tutto, desiderano tornare nella piena comunione della Chiesa. Nello spirito di quella profonda riconciliazione, alla quale il mio venerato Predecessore ha invitato ripetutamente la Chiesa in Cina,49 mi rivolgo ai Vescovi che sono in comunione con il Successore di Pietro, affinché con animo paterno valutino caso per caso e diano una giusta risposta a tale desiderio, ricorrendo — se necessario — alla Sede Apostolica. E, quale segno di questa auspicata riconciliazione, penso che non ci sia gesto più significativo che quello di rinnovare comunitariamente — in occasione della giornata sacerdotale del Giovedì Santo, come avviene nella Chiesa universale, oppure in altra circostanza che sarà considerata più opportuna — la professione di fede, a testimonianza della piena comunione raggiunta, a edificazione del Popolo santo di Dio affidato alla vostra cura pastorale, e a lode della Santissima Trinità.<br />Sono consapevole poi che anche in Cina, come nel resto della Chiesa, emerge la necessità di un'adeguata formazione permanente del clero. Di qui nasce l'invito, rivolto a voi Vescovi come responsabili delle comunità ecclesiali, a pensare specialmente al giovane clero che è sempre più sottoposto a nuove sfide pastorali, connesse con le esigenze del compito di evangelizzare una società così complessa com'è la società cinese attuale. Ce lo ricordava il Papa Giovanni Paolo II: la formazione permanente dei sacerdoti « è un'esigenza intrinseca al dono e al ministero sacramentale ricevuto e si rivela necessaria in ogni tempo. Oggi però risulta essere particolarmente urgente, non solo per il rapido mutarsi delle condizioni sociali e culturali degli uomini e dei popoli entro cui si svolge il ministero presbiterale, ma anche per quella “nuova evangelizzazione” che costituisce il compito essenziale e indilazionabile della Chiesa alla fine del secondo millennio ».50<br />Le vocazioni e la formazione religiosa<br />14. Durante gli ultimi cinquant'anni non è mai mancata nella Chiesa in Cina un'abbondante fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Di questo si deve rendere grazie al Signore perché si tratta di un segno di vitalità e di un motivo di speranza. Nel corso degli anni poi sono sorte molte congregazioni religiose autoctone: i Vescovi e i sacerdoti sanno per esperienza quanto sia insostituibile il contributo delle religiose nella catechesi e nella vita parrocchiale in tutte le sue forme; inoltre, l'attenzione ai più bisognosi, prestata in collaborazione anche con le Autorità civili locali, è espressione di quella carità e di quel servizio al prossimo che sono la testimonianza più credibile della forza e della vitalità del Vangelo di Gesù.<br />Sono però consapevole che tale fioritura è accompagnata, oggi, da non poche difficoltà. Emerge pertanto l'esigenza sia di un più attento discernimento vocazionale da parte dei responsabili ecclesiali sia di una più approfondita educazione e istruzione degli aspiranti al sacerdozio e alla vita religiosa. Nonostante la precarietà dei mezzi a disposizione, per l'avvenire della Chiesa in Cina bisognerà adoperarsi per assicurare, da un lato, una particolare attenzione nella cura delle vocazioni e, dall'altro lato, una formazione più solida sotto gli aspetti umano, spirituale, filosofico-teologico e pastorale, da realizzare nei seminari e negli istituti religiosi.<br />A questo riguardo, merita una menzione particolare la formazione al celibato dei candidati al sacerdozio. È importante che essi imparino a vivere e a stimare il celibato come dono prezioso di Dio e come segno eminentemente escatologico, che testimonia un amore indiviso a Dio ed al suo popolo e configura il sacerdote a Gesù Cristo, Capo e Sposo della Chiesa. Tale dono, infatti, in modo precipuo « esprime il servizio del sacerdote alla Chiesa in e con il Signore » 51 e rappresenta un valore profetico per il mondo d'oggi.<br />Quanto poi alla vocazione religiosa, nel contesto attuale della Chiesa in Cina è necessario che appaiano sempre più luminose le sue due dimensioni: e cioè, da un lato, la testimonianza del carisma della totale consacrazione a Cristo attraverso i voti di castità, povertà e obbedienza e, dall'altro, la risposta all'esigenza di annunciare il Vangelo nelle odierne condizioni storico-sociali del Paese.<br />I fedeli laici e la famiglia<br />15. Nei tempi più difficili della storia recente della Chiesa cattolica in Cina i fedeli laici, sia a livello individuale e familiare sia come membri di movimenti spirituali ed apostolici, hanno mostrato una piena fedeltà al Vangelo, pagando anche di persona la propria fedeltà a Cristo. Voi, laici, siete chiamati, pure oggi, a incarnare il Vangelo nella vostra vita e a dare una testimonianza per mezzo di un generoso e fattivo servizio per il bene del popolo e per lo sviluppo del Paese: e adempirete tale missione vivendo come cittadini onesti e operando come collaboratori attivi e corresponsabili nella diffusione della Parola di Dio nel vostro ambiente, rurale o cittadino. Voi, che in tempi recenti siete stati coraggiosi testimoni della fede, restate la speranza della Chiesa per l'avvenire! Ciò esige una vostra sempre più motivata partecipazione in tutte le istanze della vita della Chiesa, in comunione con i vostri rispettivi Pastori.<br />Poiché l'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia, ritengo indispensabile ed urgente che i laici ne promuovano i valori e ne tutelino le esigenze. Essi, che nella fede conoscono pienamente il meraviglioso disegno di Dio sulla famiglia, hanno una ragione in più per assumere questa consegna concreta ed impegnativa: la famiglia infatti « è il luogo normale dove le giovani generazioni giungono alla maturità personale e sociale. La famiglia reca con sé l'eredità dell'umanità stessa, poiché la vita passa attraverso di essa di generazione in generazione. La famiglia occupa un posto molto importante nelle culture dell'Asia e, come hanno sottolineato i Padri sinodali, i valori familiari quali il rispetto filiale, l'amore e la cura per gli anziani e i malati, l'amore per i piccoli e l'armonia sono tenuti in grande stima in tutte le culture e le tradizioni religiose di quel Continente ».52<br />I summenzionati valori fanno parte del rilevante contesto culturale cinese, ma anche nella vostra terra non mancano forze che influiscono negativamente sulla famiglia in vari modi. Pertanto la Chiesa che è in Cina, consapevole che il bene della società e di se stessa è profondamente legato al bene della famiglia,53 deve sentire in modo più vivo e stringente la sua missione di proclamare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, assicurandone la piena vitalità.54<br />L'iniziazione cristiana degli adulti<br />16. La storia recente della Chiesa cattolica in Cina ha visto un elevato numero di adulti, che si sono avvicinati alla fede grazie anche alla testimonianza della comunità cristiana locale. Voi, Pastori, siete chiamati a curare in modo particolare la loro iniziazione cristiana attraverso un appropriato e serio periodo di catecumenato che li aiuti e li prepari a condurre una vita da discepoli di Gesù.<br />A questo proposito ricordo che l'evangelizzazione non è mai pura comunicazione intellettuale, bensì anche esperienza di vita, purificazione e trasformazione dell'intera esistenza, e cammino in comunione. Solo così si instaura un giusto rapporto tra pensiero e vita.<br />Guardando poi al passato, si deve purtroppo rilevare che molti adulti non sempre sono stati sufficientemente iniziati alla completa verità della vita cristiana e nemmeno hanno conosciuto la ricchezza del rinnovamento apportato dal Concilio Vaticano II. Sembra pertanto necessario e urgente offrire ad essi una solida e approfondita formazione cristiana, sotto forma anche di un catecumenato post-battesimale.55<br />La vocazione missionaria<br />17. La Chiesa, sempre e dovunque missionaria, è chiamata alla proclamazione e alla testimonianza del Vangelo. Anche la Chiesa in Cina deve sentire nel suo cuore l'ardore missionario del suo Fondatore e Maestro.<br />Rivolgendosi a giovani pellegrini sul Monte delle Beatitudini nell'Anno Santo 2000, Giovanni Paolo II diceva: « Al momento della sua Ascensione, Gesù affidò ai suoi discepoli una missione e questa rassicurazione: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 18-20). Da duemila anni i seguaci di Cristo svolgono questa missione. Ora, all'alba del terzo millennio, tocca a voi. Tocca a voi andare nel mondo e annunciare il messaggio dei Dieci Comandamenti e delle Beatitudini. Quando Dio parla, parla di cose che hanno la più grande importanza per ogni persona, per le persone del XXI secolo non meno che per quelle del primo secolo. I Dieci Comandamenti e le Beatitudini parlano di verità e di bontà, di grazia e di libertà, di quanto è necessario per entrare nel Regno di Cristo ».56<br />Ora spetta a voi, discepoli cinesi del Signore, essere coraggiosi apostoli di quel Regno. Sono sicuro che grande e generosa sarà la vostra risposta.<br /><br />CONCLUSIONE<br />Revoca delle facoltà e delle direttive pastorali<br />18. Considerando in primo luogo alcuni positivi sviluppi della situazione della Chiesa in Cina, in secondo luogo le maggiori opportunità e facilitazioni nelle comunicazioni e, da ultimo, le richieste che diversi Vescovi e sacerdoti hanno qui indirizzato, con la presente Lettera revoco tutte le facoltà che erano state concesse per far fronte a particolari esigenze pastorali, sorte in tempi veramente difficili.<br />Lo stesso dicasi per tutte le direttive di ordine pastorale, passate e recenti. I principi dottrinali, che le ispiravano, trovano ora nuova applicazione nelle direttive, contenute nella presente Lettera.<br />Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina<br />19. Carissimi Pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio, che è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani — la quale è venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai —, in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina.<br />Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. Vi ricordo inoltre il comandamento d'amore che Gesù ci ha dato, di amare i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano, nonché l'invito dell'Apostolo san Paolo: « Vi raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (1 Tm 2, 1-4).<br />Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero — in particolare quelli che sono di origine cinese — mostreranno la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il santo Nome di Gesù e la vostra intrepida lealtà al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento.<br />Saluto finale<br />20. Al termine di questa Lettera auguro a voi, cari Pastori della Chiesa cattolica che è in Cina, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, di essere « ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po' di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo » (1 Pt 1, 6- 7).<br />Maria Santissima, Madre della Chiesa e Regina della Cina, che nell'ora della Croce ha saputo, nel silenzio della speranza, attendere il mattino della Risurrezione, vi accompagni con materna premura e interceda per tutti voi insieme a san Giuseppe e ai numerosi santi Martiri cinesi.<br />Vi assicuro delle mie costanti preghiere e, con un pensiero affettuoso agli anziani, agli ammalati, ai bambini e ai giovani della vostra nobile Nazione, vi benedico di cuore.<br />Dato a Roma, presso San Pietro, il 27 maggio, Solennità di Pentecoste, dell'anno 2007, terzo di Pontificato.<br />BENEDICTUS PP. XVI<br /></div><blockquote><p align="justify"> </p></blockquote><div align="justify"><br /><br /><br />Note<br />1Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2006/documents/hf_ben-xvi_ang_20061226_st-stephen_it.html">Angelus</a><a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2006/documents/hf_ben-xvi_ang_20061226_st-stephen_it.html"> del 26 dicembre 2006</a>: « Con speciale vicinanza spirituale, penso anche a quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze. Tutta la Chiesa ne ammira l'esempio e prega perché essi abbiano la forza di perseverare, sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono sembrare un fallimento »: L'Osservatore Romano, 27-28 dicembre 2006, p. 12.<br />2Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html">Gaudium et spes</a> sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 10.<br />3Messaggio <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2001/october/documents/hf_jp-ii_spe_20011024_matteo-ricci_it.html">Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001)</a>, n. 4: L'Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5.<br />4Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_06111999_ecclesia-in-asia_it.html">Ecclesia in Asia</a> (6 novembre 1999), n. 7: AAS 92 (2000), 456.<br />5Cfr ibid., nn. 19 e 20: AAS 92 (2000), 477-482.<br />6Cfr <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1995/january/documents/hf_jp-ii_spe_15011995_federation-of-asian-bishop-conferences_it.html">Discorso ai Delegati della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (Manila 15 gennaio 1995)</a>, n. 11: L'Osservatore Romano, 16-17 gennaio 1995, p. 5.<br />7Giovanni Paolo II, Lett. ap. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_20010106_novo-millennio-ineunte_it.html">Novo millennio ineunte</a> (6 gennaio 2001), n. 1: AAS 93 (2001), 266.<br />8Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060823_it.html">Udienza Generale (mercoledì 23 agosto 2006)</a>: L'Osservatore Romano, 24 agosto 2006, p. 4.<br />9Giovanni Paolo II, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2001/october/documents/hf_jp-ii_spe_20011024_matteo-ricci_it.html">Messaggio Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001)</a>, n. 6: L'Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5.<br />10Ibid.<br />11Cfr Fonti Ricciane, a cura di Pasquale M. D'Elia, S.I., vol. 2, Roma 1949, n. 617, p. 152.<br />12<a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2001/october/documents/hf_jp-ii_spe_20011024_matteo-ricci_it.html">Messaggio Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001)</a>, n. 4: L'Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5.<br />13Cost. past. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html">Gaudium et spes</a> sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 76.<br />14Lett. enc. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_en.html">Deus caritas est</a> (25 dicembre 2005), n. 28: AAS 98 (2006), 240. Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html">Gaudium et spes</a> sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 76.<br />15Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html">Lumen gentium</a> sulla Chiesa, n. 26.<br />16Ibid., n. 23.<br />17Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera <a href="http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_28051992_communionis-notio_it.html">Communionis notio</a> ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa come comunione (28 maggio 1992), nn. 11-14: AAS 85 (1993), 844-847.<br />18Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html">Lumen gentium</a> sulla Chiesa, n. 23.<br />19Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera <a href="http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_28051992_communionis-notio_it.html">Communionis notio</a> ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa come comunione (28 maggio 1992), n. 13: AAS 85 (1993), 846.<br />20Cfr Benedetto XVI, Esort. ap. post-sinodale <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis_en.html">Sacramentum caritatis</a> (22 febbraio 2007), n. 6: « La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell'Eucaristia. La fede e i Sacramenti sono due aspetti complementari della vita ecclesiale. Suscitata dall'annuncio della Parola di Dio, la fede è nutrita e cresce nell'incontro di grazia col Signore risorto che si realizza nei Sacramenti: “La fede si esprime nel rito e il rito rafforza e fortifica la fede”. Per questo, il Sacramento dell'altare sta sempre al centro della vita ecclesiale; “grazie all'Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo!”. Quanto più viva è la fede eucaristica nel Popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale mediante la convinta adesione alla missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli. Di ciò è testimone la stessa storia della Chiesa. Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo »: L'Osservatore Romano, 14 marzo 2007, p. 2; Supplemento, pp. II-III.<br />21Lett. ap. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_20010106_novo-millennio-ineunte_it.html">Novo millennio ineunte</a> (6 gennaio 2001), n. 42: AAS 93 (2001), 296. Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_en.html">Deus caritas est</a> (25 dicembre 2005), n. 12: « L'agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la “pecorella smarrita”, l'umanità sofferente e perduta. Quando Gesù nelle sue parabole parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare. Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua forma più radicale »: AAS 98 (2006), 228.<br />22Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060405_it.html">Udienza Generale (mercoledì 5 aprile 2006)</a>: L'Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4.<br />23Dovrebbe essere illuminante per tutti l'esperienza vissuta dalla Chiesa antica nel tempo delle persecuzioni, nonché l'insegnamento dato al riguardo proprio dalla Chiesa di Roma, che, escludendo le posizioni rigoriste dei Novaziani e dei Donatisti, esortava alla generosità del perdono e della riconciliazione nei confronti di coloro che, avendo abiurato (i « lapsi ») durante le persecuzioni, desideravano essere riammessi nella comunione della Chiesa.<br />24Giovanni Paolo II, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1999/december/documents/hf_jp-ii_spe_10121999_china_it.html">Messaggio Alla vigilia ai cattolici in Cina (8 dicembre 1999)</a>, n. 6: L'Osservatore Romano, 11 dicembre 1999, p. 5.<br />25Cfr Mt 4, 8-10; Gv 6, 15.<br />26Cfr Is 42, 1-4.<br />27Cfr Gv 18, 37.<br />28Cfr Mt 26, 51-53; Gv 18, 36.<br />29Conc. Ecum. Vat. II, Dich. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651207_dignitatis-humanae_it.html">Dignitatis humanae</a> sulla libertà religiosa, n. 11.<br />30Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060405_it.html">Udienza Generale (mercoledì 5 aprile 2006)</a>: L'Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4.<br />31Cost. past. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html">Gaudium et spes</a> sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 28.<br />32Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060405_it.html">Udienza Generale (mercoledì 5 aprile 2006)</a>: L'Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4.<br />33<a href="http://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html">Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica</a>, n. 174. Cfr<a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P27.HTM"> Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 857 e 869.</a><br />34Giovanni Paolo II, Lett. ap. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_22071998_apostolos-suos_it.html">Apostolos suos</a> (21 maggio 1998), n. 10: AAS 90 (1998), 648.<br />35Cfr <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P1L.HTM">C.I.C., can. 447</a>.<br />36Statuti dell'Associazione Patriottica Cattolica Cinese (Chinese Catholic Patriotic Association, CCPA), 2004, art. 3.<br />37<a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001008_jubilee-bishops_it.html">Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000)</a>, n. 5: AAS 93 (2001), 28. Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651028_christus-dominus_it.html">Christus Dominus</a> sull'ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n. 6.<br />38Giovanni Paolo II, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20001008_jubilee-bishops_it.html">Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000)</a>, n. 4: AAS 93 (2001), 27.<br />39Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060921_convegno-vescovi_it.html">Udienza ai Vescovi nominati di recente (21 settembre 2006)</a>: AAS 98 (2006), 696.<br />40Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html">Lumen gentium</a> sulla Chiesa, n. 21. Cfr anche C.I.C., can. 375, § 2.<br />41Cost. dogm. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html">Lumen gentium</a> sulla Chiesa, n. 22. Cfr anche « Nota esplicativa previa », n. 2.<br />42China Catholic Bishops' College (CCBC).<br />43A livello universale si vedano, per esempio, le disposizioni dell'art. 18, paragrafo 1, dell'International Covenant on Civil and Political Rights del 16 dicembre 1966 (« Everyone shall have the right to freedom of thought, conscience and religion. This right shall include freedom to have or to adopt a religion or belief of his choice, and freedom, either individually or in community with others and in public or private, to manifest his religion or belief in worship, observance, practice and teaching ») e l'interpretazione, vincolante per gli Stati Membri, che ne ha dato il Comitato dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite nel « General Comment, No. 22 » (n. 4) del 30 luglio 1993 (« the practice and teaching of religion or belief includes acts integral to the conduct by religious groups of their basic affairs, such as the freedom to choose their religious leaders, priests and teachers, the freedom to establish seminaries or religious schools and the freedom to prepare and distribute religious texts or publications »).<br />A livello regionale poi si vedano, per esempio, i seguenti impegni, assunti nella Riunione di Vienna dai Rappresentanti degli Stati partecipanti alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE): « Al fine di assicurare la libertà dell'individuo di professare e praticare una religione o una convinzione, gli Stati partecipanti, fra l'altro, (...) rispetteranno il diritto di tali comunità religiose di (...) organizzarsi secondo la propria struttura gerarchica e istituzionale, (...) scegliere, nominare e sostituire il proprio personale conformemente alle rispettive esigenze e alle proprie norme nonché a qualsiasi intesa liberamente accettata fra esse e il proprio Stato, (...) » (Documento Conclusivo del 1989, Principio n. 16 della sezione « Questioni relative alla sicurezza in Europa »).<br />Cfr anche Conc. Ecum. Vat. II, Dich. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651207_dignitatis-humanae_it.html">Dignitatis humanae</a> sulla libertà religiosa, n. 4.<br />44Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651028_christus-dominus_it.html">Christus Dominus</a> sull'ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n. 20.<br />45Si vedano, al riguardo, le relative norme del <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P1C.HTM">C.I.C. (cfr can. 378)</a>.<br />46Cost. dogm. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html">Lumen gentium</a> sulla Chiesa, n. 23.<br />47Cfr <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__PX.HTM">C.I.C.</a><a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__PX.HTM">, cann. 265-272</a>.<br />48Per una riflessione sulla dottrina e spiritualità del sacerdozio e sul carisma del celibato rimando al mio <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/december/documents/hf_ben_xvi_spe_20061222_curia-romana_it.html">Discorso alla Curia Romana (22 dicembre 2006)</a>: L'Osservatore Romano, 23 dicembre 2006, p. 6.<br />49Cfr Giovanni Paolo II, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/messages/pont_messages/1996/documents/hf_jp-ii_mes_19961203_china-church_it.html">Messaggio La memoria liturgica alla Chiesa che è in Cina nel 70o anniversario dell'ordinazione a Roma del primo gruppo di Vescovi cinesi e nel 50o anniversario dell'istituzione della Gerarchia ecclesiastica in Cina (3 dicembre 1996)</a>, n. 4: AAS 89 (1997), 256.<br />50Esort. ap. post-sinodale <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_25031992_pastores-dabo-vobis_it.html">Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), n. 70: AAS 84 (1992), 782.</a><br />51Ibid., n. 29: AAS 84 (1992), 704.<br />52Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_06111999_ecclesia-in-asia_it.html">Ecclesia in Asia</a> (6 novembre 1999), n. 46: AAS 92 (2000), 521. Cfr Benedetto XVI, <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/july/documents/hf_ben-xvi_spe_20060708_incontro-festivo_it.html">Quinto Incontro Mondiale delle Famiglie in Spagna (Valencia 8 luglio 2006)</a>: « La famiglia è un bene necessario per i popoli, un fondamento indispensabile per la società ed un grande tesoro degli sposi durante tutta la loro vita. È un bene insostituibile per i figli che devono essere frutto dell'amore, della donazione totale e generosa dei genitori. Proclamare la verità integrale della famiglia, fondata nel matrimonio come Chiesa domestica e santuario della vita, è una grande responsabilità di tutti. [...] Cristo ha rivelato quale è sempre la fonte suprema della vita per tutti e, pertanto, anche per la famiglia: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 12- 13). L'amore di Dio stesso si è riversato su di noi nel battesimo. Per questo le famiglie sono chiamate a vivere quella qualità di amore, poiché il Signore è colui che si fa garante che ciò sia possibile per noi attraverso l'amore umano, sensibile, affettuoso e misericordioso come quello di Cristo »: AAS 98 (2006), 591-592.<br />53Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. <a href="http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html">Gaudium et spes</a> sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 47.<br />54Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio_it.html">Familiaris consortio</a> (22 novembre 1981), n. 3: AAS 74 (1982), 84.<br />55Come hanno detto i Padri sinodali della Settima Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi (1-30 ottobre 1987), nella formazione dei cristiani « un aiuto può essere dato anche da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni elementi del “Rituale dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti”, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto »: Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale <a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_30121988_christifideles-laici_it.html">Christifideles laici</a> (30 dicembre 1988), n. 61: AAS 81 (1989), 514. Cfr <a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P3I.HTM">Catechismo della Chiesa Cattolica</a><a href="http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P3I.HTM">, nn. 1230-1231</a>.<br />56<a href="http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_hom_20000324_korazim-israel_it.html">Omelia sul Monte delle Beatitudini (Israele, 24 marzo 2000)</a>, n. 5: L'Osservatore Romano, 25 marzo 2000, p. 5.<br /><br /><br />© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana</div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-6530392731815775732007-06-21T18:03:00.000+08:002007-06-21T18:07:19.933+08:002007.06.21 Padre Giancarlo Bossi<div align="justify"><span style="color:#993399;">Voglio ancora una volta invitarvi ad intensificare la preghiera per padre Giancarlo Bossi, rapito da alcuni ribelli islamici nel grande arcipelago di Mindanao, nelle Filippine, il giorno 10 giugno. Potete visitare il blog che e' stato creato dai nostri confratelli PIME delle Filippine. Siamogli vicini con la preghiera. Manifestiamo la nostra vicinanza nella preghiera anche alla sua famiglia di sangue come anche a quella di missione.</span> </div><div align="justify"><a href="http://pimephilippines.wordpress.com/">http://pimephilippines.wordpress.com/</a></div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-49127669721131373012007-06-13T21:54:00.000+08:002007-06-13T22:20:05.622+08:002007.06.13 Viceparroco nella parrocchia di Santa Margherita<div align="justify">Da domenica scorsa 10 giugno 2007 sono viceparroco della parrocchia di Santa Margherita. Sono ancora alle prese con la sistemazione della mia roba nella nuova stanza e nel mio nuovo ufficio. Ma sono ancora di piu' preso dalla conoscenza di nuove persone, stili e tradizione. </div><div align="justify">La parrocchia di Santa Margherita e' una parrocchia storica del Pime in Hong Kong. L'ultimo missionario del Pime e' stato qua 10 anni fa orsono, padre Filippo Comissari. Mentre il Pime, anche se in forma diversa, attraverso di me rientra in questa parrocchia, io invece ho chiuso la presenza storica almeno per adesso nell'altra parrocchia, quella di santa Teresa. Al compimento di 75 anni di questa ultima parrocchia, con me si e' chiusa la presenza del Pime in questo altro santuario. Si chiude una porta, come si dice nella tradizione, e se ne apre un'altra. </div><div align="justify">Parroco di Santa Margherita e' un missionario messicano, padre Gabriele Altamirano. E' davvero un bravo parroco nonche' un grande lavoratore. Conosce bene l'italiano dal momento che ha studiato a Roma. Ma noi abbiamo scelto di comunicare sempre in cantonese perche' siamo in Hong Kong. Ha solo 60 anni. Ci sono altri confratelli che abitano qua: 2 cinesi diocesani (Francis Lee che ha appena celebrato 80 anni e Gabriel Lam che invece ha 73 anni e con qualche problema di salute). Poi c'e' un missionario francese dell'Istituto del M.E.P. che abita con noi ma non e' ufficialmente viceparroco anche se molto lavora nella pastorale (padre Pierre Jeanne). </div><div align="justify">La parrocchia e' molto bella e grande. Domenica e in questi giorni mi ha dato una bella impressione. Domenica c'e' stata la mia prima messa ufficiale presieduta da me e seguita da un semplice rinfresco di accoglienza. Non vi nascondo che mi sono davvero sentito accolto da tutti, piccoli e grandi. Molti venivano a rivolgermi parole di benvenuto e scambiare qualche parola di simpatia. In questa parrocchia ho avvertito un sentimento di famiglia molto chiaro. Sara' anche perche' dopo la messa i cattolici possono fermarsi in un gran salone per fare insieme colazione e quindi il tutto aiuta a costruire le relazioni. </div><div align="justify">Non vi posso dire ancora molto riguardo la parrocchia e i parrocchiani perche' ho bisogno ancora di tempo. Vi posso dire solo che il lavoro non diminuisce ma che aumenta sempre di piu'. Oggi sono stato in uno dei 4 o 5 ospedali che dobbiamo curare noi. Il parroco oggi mi ha parlato dei vari gruppi che ci sono in parrocchia. Insomma, gli operai sono pochi, anziani e malati e la messe e' molta. Chi ha orecchi per intendere, intenda!</div><div align="justify">Un forte abbraccio e saluto a tutti. </div><div align="justify">Preghiamo anche per padre Giancarlo Bossi, missionario del Pime nelle Filippine che qualche giorno fa' e' stato sequestrato dopo aver celebrato la messa in un villaggio. Padre Bossi era passato da HK lo scorso anno per qualche giorno e l'avevo conosciuto. Che il Signore lo aiuti, lo sostenga cosi' come possa sostenere anche la sua famiglia di sangue e quella di missione. Pregate e fate pregare!!!</div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-71388957641766929402007-05-31T10:16:00.000+08:002007-06-01T10:21:35.472+08:002007.05.31 E' nata AriannaNelle prime ore di questo santo giorno della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, il Signore ha ancora visitato la nostra famiglia donandoci il dono di Arianna, figlia di Gina, mia sorella, e di Dino.<br />Anche noi esultiamo nella gioia per il dono della vita, cosi' come Giovanni esulto' nel grembo di sua madre quando Maria la visito'. <blockquote></blockquote>Anche Giuseppe la scorsa settimana e' uscito dall'ospedale ed e' a casa sua in ottima ripresa. Auguri anche a te, mio caro nipote. Tu sei ormai il primo di ben 5 miei nipoti. Vi abbraccio.Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-10251087.post-19818125602987434282007-05-24T16:14:00.000+08:002007-05-25T16:16:11.562+08:002007.05.24 - I figli, un reato per la Cina un lusso per l'Occidente<div align="justify">Dall'Avvenire del 24 maggio 2007</div><div align="justify">Tra pianificazione scientifica e decadenza antropologica<br />I figli, un reato per la Cina un lusso per l'Occidente<blockquote></blockquote><br />Marina Corradi<br />Una rivolta percorre alcune province della Cina, e l'eco di violenti scontri nella lontana provincia del Guangxi si fa largo a fatica fra le notizie del mondo a noi più prossimo. La popolazione si ribella alla legge che da trent'anni impone alle coppie di avere un solo figlio. La repressione dei figli "extra" è attuata con multe pesantissime, ma anche con la sterilizzazione coatta o l'aborto. Nelle campagne, dove più spesso viene eluso il divieto, la polizia affronta la reazione esasperata dei genitori dei figli "fuorilegge". Nella drammaticità di uno scontro così lontano dall'Occidente sembra però di poter riconoscere la traccia di segno epocale. In ogni civiltà i figli sono stati ricchezza e risorsa, l'unica che non si pensava di poter togliere nemmeno ai "proletari" - quelli la cui unica ricchezza era la prole. In Cina, la pianificazione "scientifica" ha alleggerito in trent'anni la popolazione di 400 milioni di bocche, fattore non estraneo alla straordinaria crescita economica degli ultimi anni: rigido controllo delle nascite come condizione di sviluppo. Ma quello che in uno Stato totalitarista è imposto per legge, e anche con la violenza, non finisce con il somigliare nei risultati a ciò che noi occidentali abbiamo scelto, o siamo stati indotti a scegliere, benchè naturalmente coi metodi garbati dei regimi democratici? Dagli anni Settanta in poi, al Nord e poi ovunque, siamo diventati il Paese dei figli unici. Nessuno ci ha costretti: ma rapidamente è diventato chiaro a tutti che i figli non sono più, nella modernità, ricchezza, ma onere, e anzi fattore di rischio di povertà, quando diventano troppi. Le donne sono andate a lavorare, per scelta, ma spesso anche perchè con un solo stipendio in casa non si vive. E un lavoro a tempo pieno non è conciliabile con una famiglia numerosa; ci si concede un figlio, e l'altro, dicono le statistiche, lo si desidera, senza averlo mai. Nessuno ci ha imposto il figlio unico: ce lo siamo consigliati - e soprattutto consigliate - da soli. Certo, il dramma di quei milioni, in una irraggiungibile Asia, sulle barricate per riprendersi il più elementare dei diritti, ha una statura tragica , non paragonabile con la nostra libertà di occidentali, in uno Stato di diritto. Eppure, un filo ci apparenta a quella gente espropriata della propria fecondità. Noi siamo liberi; ma in realtà, tra le barriere dei tempi del lavoro, del costo della vita, dei servizi mancanti, siamo liberi soprattutto di scegliere di "non" avere più di un figlio. Come se questo fosse il destino di ogni società che vuole entrare, o restare dalla parte giusta del mondo. In Cina usano le maniere forti, noi ragionevolmente ci persuadiamo da soli. Senonchè, anche fra noi comincia a circolare un'obiezione a questo tacito aut-aut. Nella piazza del 12 maggio, davanti a un milione di persone, Eugenia Roccella ha insistito sul grave divario italiano fra la maternità e la sua realizzazione. Su quei due figli che diventano uno. L'essere madri è una questione di libertà, si è detto da quel palco, e il milione in piazza ha applaudito. Come se l'equazione tra figli e rischio povertà non fosse più accettabile. Come sollecitando la politica a occuparsene, ora. C'erano una volta nelle civiltà rurali della Lombardia e dello Guangxi i figli, risorsa di braccia e di ricchezza. Poi, sono diventati bocche voraci, da arginare. Nelle vie di Milano una che passeggi con tre bambini si può sentir dire: «Beata lei, che se li può permettere!». I figli in più, che in certi Paesi sono un reato, da noi vengono guardati come un lusso, un privilegio per benestanti. Il che ci fa pensare che anche nel nostro libero mondo ci sia qualcosa, in questo sguardo, di tradito. </div>Michelehttp://www.blogger.com/profile/16087030106059093540noreply@blogger.com0