Angolo Musicale

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sabato, marzo 25, 2006

25.03.06 Mons. Lajolo: contatti non ufficiali tra Pechino e Santa Sede

Dalla Radio Vaticana vi segnalo questo articolo:


(25 marzo 2006 - RV) Un gesto di amore per il popolo cinese nella speranza che possano migliorare le relazioni tra Pechino e la Santa Sede: cosi’ l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervistato da alcuni mezzi di comunicazione di Hong Kong commenta la scelta di Benedetto XVI di creare cardinale il vescovo di Hong Kong, Zen Ze-kiun. Il Servizio di Alessandro Gisotti.
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La scelta di elevare alla dignità cardinalizia il vescovo di Hong Kong, Zen Ze-kiun, è il “segno dello speciale affetto che Benedetto XVI prova per tutta la popolazione cinese”. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario vaticano per il Rapporti con gli Stati in un’intervista alla I-Cable TV di Hong Kong. “Nel creare cardinale il vescovo di Hong Kong – ha aggiunto il presule – il Papa confida che tale gesto verrà compreso correttamente e, in qualche modo, ricambiato”. A proposito dei rapporti tra Pechino e la Santa Sede, mons. Lajolo ha innanzitutto evidenziato che i “cattolici cinesi non si sentono meno cinesi per il fatto di essere cattolici”, anche se ovviamente “non si può essere cattolici se non si è in comunione con il Papa”. Quindi, ha affermato che qualora “potessero essere stabilite relazioni aperte e stabili tra il governo cinese e la Santa Sede, ogni tensione potrebbe essere conseguentemente superata senza ambiguità”. La Santa Sede, ha detto ancora l’arcivescovo Lajolo, “ha sempre espresso con chiarezza cosa chiede e cosa è pronta a concedere”. Come anche “ciò a cui non può rinunciare” per “rimanere fedele a se stessa”. “Secondo la nostra opinione – ha aggiunto – il tempo è maturo”. Le autorità della Repubblica popolare cinese, non possono “ignorare le aspettative della propria popolazione così come i segni dei tempi”. E sullo stesso argomento, l’arcivescovo Lajolo ha concesso anche un’intervista al giornale South China Morning Post di Hong Kong. Il presule ha rivelato “contatti non ufficiali” con il governo di Pechino che, ha detto, mostrano “una attitudine di apertura piuttosto che di chiusura” da parte cinese. Negoziati “con alti e bassi”, ha riconosciuto, ma “che non sembrano essere stati senza frutto”.A proposito di un possibile viaggio in Cina di Benedetto XVI, prima dei Giochi Olimpici del 2008, il presule ha dichiarato che il Papa “sarebbe sicuramente molto felice di visitare” il Paese asiatico. E ciò per “mostrare il suo amore paterno nei confronti di vescovi, sacerdoti e fedeli che hanno testimoniato e continuano a testimoniare una profonda e spesso sofferta fedeltà al Successore di Pietro”. Tuttavia, ha proseguito, “dovranno prima esserci le oggettive necessarie condizioni e un invito da parte del governo” cinese. Tornando sul significato dell’elevazione alla porpora cardinalizia del vescovo di Hong Kong, mons. Lajolo ha ribadito che “la vivacità intellettuale” del nuovo porporato “dovrebbe costituire un esempio per abbattere quei muri di pregiudizio e paura nei confronti della Chiesa cattolica, totalmente ingiustificati, ma ancora presenti in alcuni settori”. Nell’intervista, il presule si è infine soffermato sul tema cruciale della libertà religiosa. “Ci sono – ha constatato – segni contraddittori che arrivano dalla Cina. Abbiamo l’impressione che le massime autorità hanno intenzione di regolarizzare le relazioni, ma a livello intermedio c’è chi rema contro”. La libertà religiosa, ha ribadito, “è un diritto umano fondamentale” e per questo “non può sottostare ad alcuna limitazione” da parte delle autorità politiche.**********

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