Angolo Musicale

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venerdì, maggio 26, 2006

26.05.06 E' morto monsignor Li Duan, vescovo di Xi'An

E’ morto monsignor Antonio Li Duan, il Vescovo cinese fedele al PapaROMA, giovedì, 25 maggio 2006.

L'avevo conosciuto nel dicembre 2001. Uomo davvero santo. Grazie a lui per la prima volta ho potuto concelebrare nella sua cattedrale la santa messa, la prima volta in Cina. Adesso preghera' dal cielo per la sua Chiesa e per la Cina tutta. Qua sotto e' ritratto con padre Mario Marazzi.


- E’ morto questo mercoledì monsignor Antonio Li Du’an, dal 1987 Arcivescovo di Xi’an (Shaanxi), che si trovava già da tempo ricoverato in condizioni critiche presso lo Shaanxi Provincial Cancer Hospital di questa città.E’ quanto riferisce l’agenzia del Pontificio Istituto Missione Estere (PIME), “AsiaNews”, che racconta come il presule mostrasse sempre con orgoglio a chi lo andava a trovare l’anello che Benedetto XVI gli aveva inviato come dono al termine del Sinodo sull’Eucaristia, celebratosi nell’ottobre del 2005.L’ Arcivescovo Xi’an era stato infatti invitato con altri tre presuli cinesi – monsignor Aloysius Jin Luxian, Vescovo di Shanghai, monsignor Giuseppe Wei Jingyi, Vescovo di Qiqihar, e monsignor Luca Li Jingfeng, Vescovo di Fengxiang (Shaanxi) – a prendere parte al Sinodo, ma il governo cinese non aveva mai concesso l’autorizzazione (cfr. ZENIT, 23 ottobre 2005).“A chi lo andava a visitare in ospedale – riferisce l’agenzia – mons. Li Duan, lo mostrava con orgoglio: ‘Questo è il segno della mia comunione col Papa’”. Oltre a diverse personalità cattoliche, anche le autorità civili della provincia di Shaanxi e della città di Xi’an si erano recate nei giorni scorsi presso la struttura sanitaria che ospitava il Vescovo, al quale era stato diagnosticato un tumore al fegato all’inizio del 2004. Al momento della sua morte, ha raccontato ad “AsiaNews” il Vescovo coadiutore monsignor Antonio Dang Mingyan, attorno a lui c’erano, oltre allo stesso monsignor Dang, alcuni sacerdoti e decine di fedeli di Xi’an. “Il Vescovo è morto nella voce della loro preghiera. Era rimasto cosciente fino a poco prima di morire”, ha affermato l’agenzia del PIME.Padre Gianni Criveller, PIME, dell’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong, ha spiegato ad “AsiaNews” come la sua linea fosse molto chiara: “la Chiesa cattolica è quella riunita attorno ai Vescovi in comunione con il Papa. Per questo era critico sui tentativi dell’Associazione Patriottica di nominare Vescovi in modo autonomo”. E per la stessa ragione non aveva partecipato alle ordinazioni illecite del 2000 volute dal Governo di Pechino, subendo “per lungo tempo interrogatori, vessazioni, controlli da parte di funzionari del Governo”, mentre “il suo seminario è rimasto penalizzato per anni”. In Cina, infatti, il Governo permette la pratica religiosa solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati presso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’“Associazione Patriottica” (AP). Quanti accettano questa struttura formano la Chiesa “ufficiale”, mentre coloro che cercano di sottrarsi al controllo per obbedire direttamente al Papa formano la Chiesa “clandestina”.Padre Peter Barry, esperto dell’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong, parlando con “AsiaNews” ha descritto il presule scomparso come “un uomo di grande spiritualità”, che sapeva “affrontare serenamente ogni problema, come quello delle suore di Xi’an, picchiate perché contrarie al sequestro della loro scuola da parte delle autorità”. “Mons. Li, sulla questione dell’esproprio della scuola delle suore e del terreno vicino alla cattedrale, ha preferito ricomprare il terreno dallo Stato, per evitare nuovi problemi alla Chiesa”, ha aggiunto. Monsignor Antonio Li Du'an – la cui nomina era stata approvata dal Vaticano e riconosciuta dal governo di Pechino – è nato a Xi'an il 13 giugno 1927 ed è stato ordinato sacerdote l'11 aprile 1951. Ha trascorso lunghi anni in detenzione, in tre diversi periodi: il primo periodo di carcere, senza condanna, dal 5 ottobre 1954 al 3 giugno 1957; il secondo dall'aprile 1958 all'aprile 1960, con una condanna a tre anni; il terzo periodo dal marzo 1966 al 29 dicembre 1979, con una condanna a 20 anni.Xi'an è tra le otto diocesi della provincia dello Shaanxi, sul cui territorio sorgono un seminario maggiore con 150 seminaristi e uno minore con 50 studenti. I sacerdoti sono 265 e le suore 600, oltre a un centinaio di ragazze in fase di formazione. I luoghi di culto, quasi tutti restaurati o di recente costruzione, sono 400. La diocesi di Xi'an conta quasi 6 milioni di abitanti, di cui 20 mila cattolici, mentre l'intera provincia circa 270 mila.In una intervista pubblicata nel marzo del 2004 da “Mondo e Missione”, il mensile del PIME, monsignor Li Du'an aveva anticipato i problemi circa la nomina dei nuovi Vescovi verificatasi di recente (cfr. ZENIT, 4 maggio 2006) ed ha ribadito che “il Papa è il capo della Chiesa. L’apostolicità della Chiesa consiste nel fatto che la Chiesa discende dagli apostoli, con Pietro a capo. Il Papa ha il diritto di governo e di supervisione su tutta la Chiesa, un diritto che include l'elezione dei Vescovi”. “Nelle attuali circostanze – aveva precisato il Vescovo di Xi’an – non possiamo procedere alla consacrazione di un nuovo Vescovo senza l'approvazione del governo. Se il governo non si oppone al nostro candidato, noi lo presentiamo alla Santa Sede per l'approvazione. In caso di mancata approvazione da parte del Papa, noi non procederemo alla consacrazione”. A suo avviso, “bisogna assolutamente salvaguardare il ruolo della gerarchia, che è stata voluta da Gesù stesso. Il potere dei Vescovi, successori degli apostoli, è vero potere di governo. Certamente ogni Vescovo ha i suoi limiti, e deve guidare la Chiesa come un servo. Ma il suo potere è autentico, non può essere ridotto a un simbolo”.Circa l'Associazione Patriottica, il Vescovo di Xi’an aveva spiegato che “se la sua funzione si configurasse come associazione di fedeli, non ci sarebbero problemi”, mentre “non può stare sopra la Chiesa”, ma “deve essere interna alla Chiesa e sotto il Vescovo”.I funerali del Vescovo – rivela “AsiaNews” – sono fissati per il 31 maggio prossimo, nella parrocchia di Gongyi (Lintong), dove monsignor Li Du’an è stato parroco dal 1980 al 1987, subito dopo la liberazione dal lager e prima della consacrazione episcopale. Successivamente, sarà seppellito in questa stessa chiesa.La sua salma rimarrà esposta nella Cattedrale di Xi’an per 3 giorni, mentre verranno celebrate messe e veglie di preghiera presiedute dal successore di monsignor Li Du’an, il Vescovo coadiutore monsignor Dang Mingyan.
ZI06052514

martedì, maggio 23, 2006

23.05.06 Michele, ma che fine hai fatto?

Michele, ma che fine hai fatto?

Questa e' la domanda che alcuni di voi mi hanno rivolto o si sono chiesti. In questo ultimo periodo ho avuto tantissime cose da fare. E purtroppo, mi e' mancato il tempo per aggiornavi.
La prima cosa che voglio comunicarvi e' che ho iniziato ad insegnare ad una classe di catecumenato. Forse alcuni di voi non sanno cosa sia il catecumenato. Esso e' essenzialmente un periodo di tempo durante il quale coloro che non sono cristiani, attraverso la catechesi e la liturgia celebrata, vengono a conoscenza di Gesu' e si preparano a diventare cristiani. Il giorno 11 maggio un gruppo di 16 persone tra giovani ed adulti, hanno iniziato questo periodo che li portera', se essi vorranno e se Dio vorra', a diventare nostri fratelli e sorelle, e quindi Figli e Figlie di Dio nella notte di Pasqua dell'anno 2008. E' una esperienza davvero bella e significativa per la chiesa tutta, e piu' particolarmente per noi missionari. Durante queste catechesi settimali di un'ora e mezza, io con altri 2 catechisti della parrocchia dove opero, ci incontriamo con i catecumeni ed insegnamo loro a conoscere Dio.
Nel primo incontro, ci siamo presentati ed io ho presentato loro il significato e le tappe del catecumenato. Ho insegnato loro a fare il segno di croce.
Nel secondo incontro poi, ho spiegato loro il significato del segno di croce e ho chiesto loro di comunicare a tutti la loro esperienza di fede (se vengono da altre religioni, se in famiglia ci sono dei cristiani, o se nella scuola o nell'ambiente lavorativo hanno mai avuto contatto con dei cristiani). Dopo tutto cio' ho chiesto loro di spiegarci le ragioni per cui hanno scelto di far parte di questo gruppo di catecumenato, ed inoltre ho chiesto di comunicarci cosa si aspettano da questo incontro. Sono state molte le risposte, e soprattutto molto diverse le une dalle altre. E' bello ed interessante come il Signore ha preparato un cammino diverso per ciascuno. Dopo tutto cio', ho iniziato a chiedere loro alcune domande di fede (per esempio, chi e' Dio? dove si trova? perche' bisogna credere in Lui? quando possiamo instaurare un rapporto con Lui? etc. etc.). Il mio obiettivo non era di parlare di tutto cio' ma di suscitare in loro il desiderio della ricerca e quindi, suscitare in loro il desiderio di conoscere una risposta alle loro domande. Proprio partendo da cio', ho spiegato che la sacra scrittura ci aiutera' a trovare molte risposte alle stesse domande che molti anni fa, molte persone, in diversi contesti culturali e sociali si sono gia' poste. Cosi' ho iniziato ad introdurre loro la sacra scrittura.
Giovedi' 25 maggio, riprendendo ancora la sacra scrittura, presentero' loro Abramo come padre dei credenti e come modello dei catecumeni perche' lascia il suo paese e si mette in cammino per Dio, per ascoltarlo, credergli e fidarsi di lui. Vi chiedo di accompagnare questi amici e queste amiche con la vostra preghiera, davvero essenziale.
Vi aggiorno anche su altre situazioni. In parrocchia, padre Antonio Formenti, uno dei viceparroci e' in ospedale. La sua avanzata eta' (84 anni) e le sue precarie situazioni di salute gli hanno richiesto di andare in ospedale. A motivo di cio', e' aumentato anche il mio lavoro. La messa delle 6.45 che lui celebrava ogni giorno in chiesa in lingua inglese, adesso tocca celebrarla a me, senza poi contare gli altri impegni che stanno per giungere. Ha deciso, infatti, di non ritornare piu' in parrocchia ma di andare in una casa di riposo.
Con gli studenti delle scuole superiori della parrocchia sono continutati i vari incontri, e specialmente le messe mensili. Mentre con gli studenti universitari, tutto si e' arrestato a motivo degli esami finali di quest'anno. Ma ormai fervono i preparativi per le attivita' estive. Il 10 e 11 maggio guidero' un ritiro con gli studenti cattolici della Chinese University sul tema della fede. In agosto poi, andro' a Taiwan per 6 giorni e poi solo dopo 2 giorni, ripartiro' ancora per andare in India per partecipare ad un altro incontro di giovani universitari asiatici che durera' 10 giorni. VI terro' informati.
Con alcuni giovani della parrocchia, abbiamo iniziato a fare la catechesi bibblica sul vangelo di Marco, ogni primo e terzo sabato del mese. Anche questa e' una grande bella occasione per annunciare il vangelo di Gesu'.
Cari amici, continuate a pregare anche per la Chiesa di Cina. Vi abbraccio.

venerdì, maggio 05, 2006

05.05.06 Risposta a Gaetanino riguardo la situazione attuale delle ordinazioni in Cina

Carissimo Don, ho avuto la notizia dalla newsletter del "Vatican Information Service", e non appena letta, mi sono precipitato qui per vedere se ci fossero delle reazioni a caldo direttamente dal territorio. Ed infatti, già ieri, avevi postato la notizia.Ti chiedo di chiarirmi le idee, perché ci sono alcuni aspetti un po' oscuri.Credo che il problema si ponga a livello canonico, più che teologico. Da quest'ultimo punto di vista, mi sembra che applicando il criterio "Dove abbonda la colpa, sovrabbonda la grazia", anche un'ordinazione episcopale senza il consenso della Santa Sede sia in credo di attribuire al candidato la pienezza del sacramento dell'ordine, nel senso che elemento del sacramento non è il placet "amministrativo" della Santa Sede. Dunque, se così è, il sacramento è validamente amministrativo.Il problema, dunque, si porrebbe a livello canonico, nel senso che con ordinazioni non autorizzate si porrebbe in discussione il primato petrino "Conferma i tuoi fratelli", e si correrebbe il rischio della costruzione di una chiesa parallela, non vincolata a Roma: fondamentalmente uno scisma.Indubbiamente tale pericolo minaccia seriamente l'universalità della Chiesa di Cristo, ma più che ricorrere ad una scomunica "latae sententiae" (che a mio parere, è più che doverosa), si dovrebbe cercare di agire al livello dei fedeli, per far comprendere la mancanza di comunione con la sede di Pietro, che non è un problema di "potere", ma di rispetto del dettato evangelico, ed in fin dei conti, di riconduzione al cristianesimo. Bisognerebbe far comprendere che l'operazione di Pechino è finalizzata a costruire una nuova religione, che si limita a scimmiottare il cattolicesimo, prendendone alcuni elementi, ma che con esso non ha punti di contatto. Da qui, però, mi è difficile comprendere effettivamente la portata del problema (anche se, scrivendo queste righe, mi sono reso conto che l'ordinazione non autorizzata pone anche problemi teologici), per cui Ti chiederei, gentilmente, di darmi delucidazioni, per rendermi più chiare le idee.
Un caro saluto,

Gaetanino

Carissimo Gaetanino,
ho preferito riportare in questo nuovo post la tua risposta al messaggio che ho postato ieri riguardo la dichiarazione del direttore della sala stampa della Santa Sede.
I problemi sono almeno 2.

Il primo riguarda il fatto che le ultime ordinazioni episcopali sono accadute senza il permesso del Papa. Questo nella chiesa cattolica romana e' una grave colpa. La chiesa cosi' come non interferisce nel potere politico (non nomina primi ministri, re, presidenti, ecc. ecc.) cosi' non puo' ammettere che il potere politico interferisca all'interno della chiesa stessa, nominando i successori degli apostoli che insieme con il Papa hanno ricevuto il compito di governare la sposa di Cristo. La scomunica Latae Sententiae in cui sono incorsi non solo i 2 vescovi ordinati ma anche i vescovi che li consacravano, vuole dimostrare pubblicamente che se uno si lascia ordinare vescovo oppure ne consacra un altro senza il permesso del Papa, di fatto e' gia fuori della Chiesa, perche' non agisce in comunione con essa, ma senza di essa. Anche qualora, cosa avvenuta in questi casi cinesi, si dovesse giustificare l'operato con il fatto che bisognava provvedere il pastore alle chiese ormai prive, con una sorte di elezione democratica, anche in questo caso si vive fuori della Chiesa, e quindi la scomunica ha senso veramente pieno.
Il caso concreto della Cina e' il fatto che la chiesa cattolica romana che e' in Cina e' controllata dall'Associazione Patriottica del Governo, che e' una sorta di Vaticano laico, che governa concretamente tutta la chiesa. I vescovi, purtroppo, non hanno nessun potere in Cina, nemmeno quello spirituale, oserei dire, visto che in Cina, non e' ammesso nessun altro al comando se non il partito. Esso controlla tutto e tutti. Immaginiamo se possa poi, non controllare anche la Chiesa Cattolica. Controlla tutto e tutti.
In questo caso, la nomina dei vescovi viene decisa dall'associazione patriottica il cui vice-presidente si crede di essere il Papa cinese in Cina. Questo signore, perche' e' un laico, per fortuna cattolico, cosa che nelle varie associazioni patriottiche locali non sempre avviene (a capo ci sono anche dei non-cattolici), questo signore ha attualmente un grande potere in Cina e se la Cina dovesse stabilire rapporti diplomatici con il Vaticano, perderebbe tutti i poteri, di cui quello piu' importante di nominare i vescovi.
Il Secondo problema in questo caso cinese e' che attraverso queste ordinazioni episcopali, e' ancora mancato il rispetto del diritto alla liberta' religiosa. Per ordinare un vescovo e' necessario che ci sia un altro vescovo. Ma tutti i vescovi sanno che per ordinarne un altro e' necessario avere il mandato del Papa. Nessuno quindi, o quasi nessuno, sarebbe disposto ad ordinarne un altro senza questo mandato. La stessa cosa vale per coloro che devono essere ordinati vescovi. Se infatti, un vescovo si fa ordinare senza il mandato del Papa, trovera' un sacco di problemi, perche' i fedeli lo boicotteranno, non parteciperanno alle sue funzioni, i preti non lo riconoscono loro legittimo pastore. Allora questo vescovo rischia anche una vita davvero dura, perche' riconosciuto dal governo, ma non dalla comunita' ecclesiale. Riceve pressioni dal governo e dai fedeli.
Ora sembra che alcuni vescovi, si siano rifiutati di ordinare questi 2 nuovi. Mentre altri sono stati costretti. Forse anche nel caso degli ordinati c'e' stata un'ordinazione coatta. Questa mancanza di liberta', quindi, e' il vero problema della Cina. La liberta' religiosa esiste, ma e' controllata dal governo. Sei libero di fare quello che vuoi, ma lo devo volere anche io. Altrimenti la tua liberta' va contro il volere del popolo che e' sovrano.
Purtroppo le pressioni sono vere, perche' ci e' giunta voce che anche i fedeli presenti alla cerimonia provenivano da tutta la Cina. Avevano ricevuto ordine che ogni diocesi doveva mandare delegati. Questa e' una vera costrizione. Se rifiuti rischi tu, la tua famiglia e tutto cio' che ti e' piu' caro.
Purtroppo questa e' la Cina. Preghiamo ma facciamo conoscere la verita'. E' un dovere dei cristiani. Facciamoci voce di coloro che non possono parlare.
Ti ringrazio, Gaetanino, per avermi stimolato nello scrivere tutto cio'. Ti abbraccio. A presto.

giovedì, maggio 04, 2006

04.05.06 Dichiarazione della sala stampa del Vaticano circa le ordinazioni episcopali nella Cina continentale

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS, CIRCA LE ORDINAZIONI EPISCOPALI NELLA CINA CONTINENTALE
Questa mattina, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato ai giornalisti la seguente dichiarazione:


Sono in grado di far conoscere la posizione della Santa Sede circa le ordinazioni episcopali dei sacerdoti Giuseppe Ma Yinglin e Giuseppe Liu Xinhong, che hanno avuto luogo, rispettivamente, domenica, 30 aprile scorso, a Kunming (provincia dello Yunnan) e mercoledì, 3 maggio corrente, a Wuhu (provincia dell’Anhui).
Il Santo Padre ha appreso le notizie con profondo dispiacere, poiché un atto così rilevante per la vita della Chiesa, com'è un'ordinazione episcopale, è stato compiuto in entrambi i casi senza rispettare le esigenze della comunione con il Papa.
Si tratta di una grave ferita all’unità della Chiesa, per la quale, com’è noto, sono previste severe sanzioni canoniche (cfr. canone 1382 del Codice di Diritto Canonico).
Secondo le informazioni ricevute, Vescovi e sacerdoti sono stati sottoposti - da parte di organismi esterni alla Chiesa - a forti pressioni e a minacce, affinché prendessero parte a ordinazioni episcopali che, essendo prive del mandato pontificio, sono illegittime ed, inoltre, contrarie alla loro coscienza. Vari Presuli hanno opposto un rifiuto a simili pressioni, mentre alcuni non hanno potuto fare altro che subirle con grande sofferenza interiore. Episodi di questo genere producono lacerazioni non soltanto nella comunità cattolica ma anche all’interno stesso delle coscienze.
Si è, quindi, di fronte a una grave violazione della libertà religiosa, nonostante che si sia cercato pretestuosamente di presentare le due ordinazioni episcopali come un atto doveroso per provvedere il Pastore a diocesi vacanti.
La Santa Sede segue con attenzione il travagliato cammino della Chiesa cattolica in Cina e, pur consapevole di alcune peculiarità di tale cammino, pensava e sperava che simili episodi deplorevoli appartenessero ormai al passato.
Essa considera ora suo preciso dovere dare voce alla sofferenza di tutta la Chiesa cattolica, in particolare a quella della comunità cattolica in Cina e specialmente a quella dei Vescovi e dei sacerdoti, che si vedono obbligati contro coscienza a compiere o a partecipare a ordinazioni episcopali, che né i candidati né i Vescovi consacranti vogliono effettuare senza avere ricevuto il mandato pontificio.
Se corrisponde a verità la notizia secondo cui dovrebbero aver luogo altre ordinazioni episcopali secondo le medesime modalità, la Santa Sede ribadisce la necessità del rispetto della libertà della Chiesa e dell'autonomia delle sue istituzioni da qualsiasi ingerenza esterna, e si augura, perciò, vivamente che non vengano ripetuti tali inaccettabili atti di violenta e inammissibile costrizione.
La Santa Sede ha, in varie occasioni, ribadito la propria disponibilità a un dialogo onesto e costruttivo con le competenti Autorità cinesi per trovare soluzioni, che soddisfino le legittime esigenze di entrambe le Parti.
Iniziative come quelle sopra indicate non soltanto non favoriscono tale dialogo, ma creano anzi nuovi ostacoli contro di esso.

[00656-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0228-XX.03]

04.05.06 Ordinato il nuovo vescovo dell’Anhui senza permesso del papa

3 Maggio 2006
CINA – VATICANO
Ordinato il nuovo vescovo dell’Anhui senza permesso del papa
Ieri il Vaticano ha inviato un messaggio al candidato chiedendogli di fermarsi.
Roma (AsiaNews) – “É un grande dolore vedere una simile offesa fatta al Santo Padre”: così ha commentato un cattolico cinese di Bengbu dopo l’ordinazione illegale del nuovo vescovo della diocesi dell’Anhui. Liu Xinhong, sacerdote della regione, è stato ordinato vescovo nella Chiesa di Wuhu senza l’approvazione della Santa Sede, in una cerimonia che è durata almeno un’ora e mezza. Vescovo ordinante principale è stato mons. Wu Shizhen di Nanchang (Jiangxi). Hanno concelebrato altri 4 vescovi: Giuseppe Li Mingshu di Qingdao; Zhao Fengchang di Linqing e Zhang Xianwang di Jinan; Ma Shuixeng di Zhoucun.
Secondo fonti di AsiaNews, il Vaticano ieri ha fatto un ultimo tentativo di fermare l’ordinazione inviando un messaggio personale al p. Liu chiedendogli di non sottostare alla ordinazione. Questa è la seconda ordinazione illegale che avviene in meno di una settimana, dopo quella avvenuta a Kunming lo scorso 30 aprile. Le due ordinazioni, e quelle – almeno 20 - che verranno nel breve futuro, sono state programmate da Antonio Liu Bainian, vice-presidente dell’Associazione Patriottica, l’organizzazione di controllo della Chiesa che ha come scopo l’edificazione di una chiesa nazionalista e separata da Roma.
Negli ultimi anni Pechino e Roma erano giunti a un accordo di fatto, in cui il Vaticano aveva l’ultima parola sul candidato.
Il card. Joseph Zen di Hong Kong ha dichiarato che l’atteggiamento poco chiaro di Pechino distrugge ogni fiducia” e blocca i primi passi di dialogo fra Cina e Vaticano.
P. Gianni Criveller, missionario PIME ad Hong Kong afferma che “quanto succede in questi giorni è come un film già visto on le ordinazioni illegali nel 2000. Anche allora si discuteva di rapporti diplomatici e anche allora l’AP ha voluto le ordinazioni illegali per rompere ogni segnale di dialogo fra la Cina e la Santa Sede”.
La serie di ordinazioni programmate sono una vera e propria prova di forza dell’AP, che tenta di distruggere l’avvicinamento fra Pechino e Santa Sede. In caso di relazioni diplomatiche, sia il governo che il Vaticano vogliono fare a meno dell’AP. Il governo di Pechino tende a distaccarsi sempre più dalla mentalità stalinista e soffocante dell’AP: in molte regioni la tensione fra i segretari dell’AP e i fedeli, sotterranei e ufficiali, è tale da mettere in crisi il progetto di “società armoniosa” e vicina al popolo che Hu Jintao sta perseguendo.
Da parte vaticana e della Chiesa ufficiale e sotterranea si fa sempre più strada l’idea di accettare l’iscrizione delle comunità e dei vescovi presso l’Ufficio affari religiosi governativo, senza però aderire all’AP, che lavora per una chiesa nazionale e indipendente da Roma.