Angolo Musicale

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domenica, gennaio 23, 2005

La benedizione del nuovo abate

Ieri sera nell'abbazia dei monaci cistercensi c'e' stata la benedizione del nuovo abate Anastasio Li. Egli e' un giovanissimo prete (appena 3 anni di messa), ma e' stato scelto a reggere la comunita' dei cistercensi che ha piu' di una decina di monaci e ultimamente 4 nuovi aspiranti, 2 provenienti da Hong Kong e 2 invece dalla Cina continentale.
Era la prima volta che assistevo alla benedizione di un nuovo abate. Ho concelebrato con i vescovi di Hong Kong e con gli altri abati venuti dall'estero e con i monaci del monastero e con i preti di Hong Kong. La celebrazione si e' svolta all'aperto, nel loro giardino, visto che la loro chiesa e' piccola per contenere cosi' tanta gente.
Non vi nascondo che il mio cuore e la mia mente sono andati al mio caro padre arcivescovo Magrassi. Egli non era cistercense, ma condivideva la stessa vocazione benedettina. Tutto questo poi si e' intensificato quando dopo la comunione, il nuovo abate ha detto che preferiva essere chiamato non abate, ma padre. Queste erano state le stesse parole che il mio vescovo Mariano aveva detto a Noci. E da allora, egli e' sempre stato per noi Padre Mariano, Padre Arcivescovo.
Era la prima volta che andavo nella loro abbazia. Essa si trova su un isola. I monaci sono molto anziani e penso che nelle loro liturgie usano il mandarino e non il cantonese. Ma adesso bisogna vedere con il nuovo abate se qualcosa cambiera'.
Per arrivare da loro bisogna prendere la barca. Ieri le barche erano pieni di preti, suore, seminaristi e laici che andavano a partecipare a questa celebrazione. Comunuqe mi sono riproposto di ritornarci.
Il vescovo Zen nella sua omelia ha richiamato i doveri del nuovo abate, dicendo soprattutto che il modo per governare la sua comunita' e' dato dall'amore. Il vescovo ha anche auspicato che si possano aprire spazi per acogliere i giovani e i cattolici di HK per poter respirare e imparare la contemplazione.
Il nuovo abate invece, ha detto che oggi non si festeggia una persona, ma una comunita', la comunita' dei cistercensi. Egli e' rimasto colpito soprattutto dal fatto che sua sorella, con cui non si parlavano da tempo (lui e' monaco di clausura), ha letto la prima lettura. Lui diceva che ella le ha parlato con le parole di Dio.
Preghiamo per questi monaci perche' vivano con fedelta' il vangelo e la regola di san Benedetto.

Ieri sono andato con alcuni cattolici. E' stata una specie di pelleggrinaggio parrocchiale. E' stato bello perche' ci siamo divertiti, abbiamo pregato e abbiamo mangiato bene. In queste celebrazioni, tutti ti salutano, tutti ti sentano parte di loro. Io non ricordo o non conosco molte persone, ma loro invece non fanno altro che chiamarti o salutarti. Si vive davvero l'esperienza di essere famiglia, chiesa. Anche perche' e' usanza dopo la messa che ci sia un rinfresco.

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